Cronache
Denise, il cold case dell'anno: riaperto nel 2021 dai giornalisti
Dall'emittente russa che riaccese il faro sulla scomparsa di Denise alle dichiarazioni dell'ex pm Angioni sulle indagini del caso
Olesya non è Denise: "Il gruppo sanguigno non corrisponde"
I riflettori sul caso Pipitone si riaccendono dopo che un'emittente russa, ad aprile, rilancia l'appello di una giovane che sostiene di essere stata rapita da bambina da una zingara. Olesya Rostova, questo il nome, sostiene di voler ritrovare la madre per ricongiungersi con lei. Così la segnalazione da Mosca per qualche giorno illude le speranze su Denise, più di tutte quelle della madre Piera Maggio e del papà Piero Pulizzi. Ma l'esame del gruppo sanguigno non lascerà dubbi. Olesya non è la bimba sparita da Mazara.
Denise, le dichiarazioni dell'ex pm Angioni e l'archiviazione del caso
Se il gip di Marsala, nel documento di 30 pagine in cui spiega perché ha deciso di archiviare il caso, parla di "corto circuito mediatico/giudiziario" è chiaro però che in questa vicenda ci sia molto su cui far luce.
Dopo l'assoluzione definitiva della sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi, nel registro degli indagati dell'inchiesta bis erano stati iscritti la madre di Jessica, Anna Corona, ex moglie del padre naturale della bambina, e Giuseppe Della Chiave, accusati di concorso in associazione mafiosa. Insieme a una coppia di romani, Paolo Erba e Antonella Allegrini, che si erano inventati di essere a conoscenza di particolari sulla scomparsa di Denise che incastravano Anna Corona, informazioni che invece - hanno dimostrato i pm - avevano appreso dalla televisione.
Dalle "lunghe indagini e incredibilmente vaste della procura - ha spiegato il gip di Marsala - non sono emersi elementi sufficienti a sostenere un'accusa in giudizio", e "non è dato neppure immaginare come potrebbe essere formulato dal pubblico ministero, anche sommariamente, un capo di imputazione nei confronti della Corona". "Ogni ipotesi accusatoria a suo carico appare al momento assolutamente insuscettibile di essere vagliata in giudizio e, ancor meno, di condurre a una affermazione di responsabilità.
(segue)