Cronache
Ddl Zan e polemiche: doppio mailbombing per un articolo sulle "Terf"
Il direttore de "Il Corriere della Sera" Luciano Fontana sommerso da messaggi pro e contro le parole della giornalista Elena Tebano sul tema del momento
Il DDL Zan continua a far discutere, sia in Parlamento, che nell’opinione pubblica e anche sui giornali. Piuttosto indicativo del livello di tensione che caratterizza il dibattito è quanto sta accadendo a Elena Tebano, giornalista de “Il Corriere della Sera” ed esperta del tema.
Nella rubrica "27°ora", la collega ha scritto delle cosiddette “Terf”, un gruppo di femministe che osteggia il DDL Zan ma che, come sostenuto nell’articolo, non rappresenta la maggioranza ne’ delle femministe, ne’ delle associazioni lesbiche.
La sigla “Terf” sta per “Trans Exclusionary Radical Feminists”, ovvero “femministe radicali trans escludenti”. Si tratta, in buona sostanza di femministe radicali che amano rappresentarsi come componente predominante di questo universo piuttosto variegato, ma che in realtà “hanno una visibilità sovradimensionata rispetto alla loro diffusione reale nel movimento delle donne e in quello lgbt”, scrive Tebano.
Questa sopravvalutazione, sempre secondo la collega, dipende da due fattori: la presenza di soggetti con visibilità pubblica (vengono citate Marina Terragni, altra giornalista, e la regista Cristina Comencini, madre di Carlo Calenda) e “l’alleanza con il mondo del cattolicesimo di destra”.
Nel pezzo si legge che “Arcilesbica, per esempio, era quasi scomparsa negli ultimi anni sia in termini numerici – l’associazione non rende pubblici i dati sulle sue tesserate – che di visibilità pubblica. Ma grazie alle sue posizioni critiche nei confronti delle persone transgender e contro la gestazione per altri, rilanciate spesso da siti e testata che si riconoscono nel conservatorismo cattolico, ha acquisito una rilevanza mediatica che non aveva mai avuto”.
L’articolo prosegue delineando il fenomeno, ma in termini evidentemente urticanti per le dirette interessate, che hanno organizzato un mailbombing nei confronti di Luciano Fontana: un diluvio di e-mail per contestare al direttore del “Corriere” il pezzo pubblicato.
Allo stesso modo, un gruppo di femministe che invece condivide il DDL Zan, nonché quanto scritto da Elena Tebano, ha invitato a reagire in maniera speculare: tempestando Fontana di messaggi di apprezzamento per l’articolo.
Un braccio di ferro che, da qualunque parti lo si guardi, conferma una tendenza da tempo nota nel dibattito sociale e politico, quella della polarizzazione: confrontare posizioni contrastanti appare sempre più difficile, mentre molto più immediato – e probabilmente anche liberatorio – è andare a uno scontro che spesso elegge i social network come suo campo di battaglia. Talvolta, inoltre, esonda anche in ambiti solitamente più moderati, come il salotto buono di via Solferino.