Cronache

“Don't look up”, il film con Di Caprio è la metafora sulla pandemia da Covid

di Antonio Amorosi

Tra scienza, affari e lo stupidario dei media. Come il film “Don't look up” spiega la società di oggi. Tra scienziati distrutti dal proprio ego e élite

I consumatori non capiscono la fallibilità della scienza? Meglio, si possono fare più soldi ancora. Così mossi come marionette in preda alle paure, manipoleranno sé stessi e il proprio più o meno solido bagaglio intellettuale per giustificarsi qualsiasi timore. In un crescendo creato dai media saranno ancora più in balia di predatori di ogni livello, soprattutto dei piani alti della società.
A un certo punto del film la dottoranda Kate rivelerà a un gruppo di skater complottisti il suo incontro con i politici che guidano il Paese: voi sbagliate, date per scontato che siano così intelligenti da tramare questi piani. Ma è troppo tardi per capire che non c’è alcun piano se non quello di fare più soldi. La scienza, questa grande macchina dal metodo eccezionale, la riproducibilità del metodo scientifico, è guidata dagli affari.

“Credo nella scienza” è come urlare "Gomblotto, Gomblotto, Gomblotto" o "Vaccinatevi, vaccinatevi, vaccinatevi". Questa scienza, tanto più in situazioni di panico collettivo, persegue gli interessi delle élite perché sono loro i primi finanziatori e alimentatori. Fondi di investimento, web company, banche e politici dalle dubbie credenziali fanno il resto. Se uno scienziato, un cervellone o anche solo un medico non pensano come chi muove il denaro vengono presto espulsi dai sistemi locali e nazionali perché sono un intralcio. E’ quanto si può vedere nel film. E da apprezzati professionisti o intellettuali diventano in fretta dei cretini che i media, al soldo di quegli stessi affari, ridicolizzeranno e derideranno.

Della scienza non si può parlare, né la si può mettere in discussione: è la nuova religione delle masse. Bisogna mettersi in fila per far fare gli affari agli psicopatici del denaro. Quella scienza che ha oramai per le masse lo stesso potenziale realistico della vendita delle indulgenze: se fate i bravi tutti i peccati verranno perdonati e andrete in paradiso.

C’è chi legge il film come una metafora dei cambiamenti climatici ma la trama e la stupidità dei gruppi dirigenti è adattabile a ogni contesto. 

Non vi diciamo come va a finire. In attesa della salvezza o di un novello Martin Lutero, che possa scompaginare i piani dei grandi gruppi di affari, godetevi il film che è davvero uno spasso tra battute esilaranti e prove d’attore egregie che restituiscono una Hollywood in grande spolvero, da Oscar.