Cronache

“Edoardo. L’intruso tra gli Agnelli”: l'anima dell'Avvocato nell'erede suicida

di Eleonora Perego

Affari dialoga con Marco Bernardini, giornalista e autore del ritratto esclusivo del primogenito di Gianni

L’omaggio a un amico scomparso prematuramente, dunque? O c’è qualcosa di più, un valore di utilità sociale?

Posso dire che il libro è stato voluto non soltanto da chi scrive ma, ne sono assolutamente convinto, dallo stesso spirito guida di Edoardo che lo ha suggerito e per certi versi dettato. Edoardo, in effetti, era una specie di fantasma che aleggiava in modo anche abbastanza inquietante su una famiglia importante come quella degli Agnelli, una persona eccezionale ma al contempo tragica. Il mio non è il semplice ricordo di un amico: è la fotografia di un cognome pesante, ma anche del rapporto tra un padre e un figlio, indipendente dal cognome. E che spero presto divenga una biopic, genere cinematografico basato sulla ricostruzione della biografia di un personaggio realmente esistito, grazie al prezioso contributo del regista Mimmo Calopresti (che cura la Prefazione, ndr). 

E allora parliamo del rapporto tra Edoardo e l’Avvocato Agnelli...

Il vero pezzo mancante della vita di Edoardo era Gianni, il grande assente. Il rapporto con il padre era fortemente desiderato in modo quasi ossessivo, ossessionante e ossessionato da Edoardo, che adorava l’Avvocato non tanto in quanto padre, ma in quanto figura affascinante. E in effetti Gianni era un uomo che affascinava tutti, me compreso, era una figura di un’imponenza incredibile, ma anche di un’insensibilità emotiva estrema. Parliamoci chiaro, la sua era un’insensibilità emotiva, non empatica, perché l’Avvocato era di una simpatia incredibile. Ma non percepiva la sottigliezza delle cose, e soprattutto si rifiutava di accettare la figura di un figlio che bene o male non c’entrava nulla con la logica della famiglia in quanto tale. C’entrava con l’altra faccia dell’Avvocato, quella nascosta, che soltanto l’Avvocato conosceva di sé, facendogli dire talvolta: “Se io non fossi Gianni Agnelli sarei un vagabondo pirata corsaro su una barca”. Ecco, Edoardo era quello che non era riuscito, per fortuna sua, a essere Gianni Agnelli, era la la personificazione di quella parte dell’Avvocato che non riusciva a uscire.