Cronache
Mafia, trema l'Emilia: troppa omertà sulla 'ndrangheta. Nuova indagine interna
Mafia e infiltrazioni politiche: nel processo Aemilia all'ex magistrato Pennisi impedito di indagare sulla sinistra. Ministero Giustizia apre indagine interna
La penetrazione si intreccia con la cattiva gestione della cosa pubblica che ha prodotto un notevole incremento delle pendenze penali attraversi i reati-spia, indicatori di dinamiche più profonde. Fenomeni che non interessa indagare e che sono saltati agli occhi anche a Pennisi che solo nel frangente di Aemilia si è occupato dell’Emilia Romagna. Come confermano anche le motivazioni della Cassazione sul processo Aemilia: la ‘ndrangheta è "vissuta" in Emilia come un affidabile “fornitore di servizi". E questo è avvenuto “grazie a pezzi di società conniventi" che nei decenni si sono alternati, ma facendo vivere nell’immaginario della collettività l’idea di un territorio cristallizzato al secondo dopoguerra.
Invece la presenza di organizzazioni criminali, in parte imprenditoriali e in parte militari, si è sviluppata negli anni con intrecci profondi, penetrando sul territorio e costruendo un'omertà fuori dal comune. Non a caso tutti coloro che hanno ricevuto intimidazioni e sono stati raccontati nel processo Aemilia (si citano 124 eventi recenti) quando sono stati interrogati hanno negato gli accadimenti. In Campania, Calabria e Sicilia non c’è riscontro di uno stesso livello di omertà. Il parlamentare Vinci si è detto soddisfatto della risposta del governo.