Cronache

Extinction Rebellion come Ultima Generazione: "Vedrete altre azioni eclatanti"

Di Lorenzo Zacchetti

Dopo le polemiche sull'azione in Senato da parte di UG e il cambio di rotta di XR UK, gli attivisti italiani prendono posizione - FOTO

XR Italia: "Le tattiche di strada sono necessarie"

Se con l'imbrattamento dell'ingresso del Senato Uitima Generazione aveva l'obiettivo di portare l'attenzione sulla protesta ambientalista, si può ben dire che sia stato pienamente centrato. Tutti ne parlano e l'opinione pubblica si è divisa tra chi condanna con fermezza le modalità di queste manifestazioni “disruptive” (e il Senato si è costituito parte civile nel processo) e chi invece sostiene che il fine giustifichi i mezzi (Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano e Stefano Feltri sul Domani, oltre a vari politici di centrosinistra). 

Le idee sono discordanti anche tra gli attivisti, come si è capito dall'annuncio dall'organizzazione internazionale Extinction Rebellion (XR). Il nucleo originale del gruppo, quello inglese, ha spiegato di voler dare un taglio alle manifestazioni di “disturbo pubblico”, perché azioni come quelle che hanno letteralmente bloccato Londra rischiano di rendere i militanti invisi ai comuni cittadini. Ma non tutti la pensano così, nemmeno all'interno di Extinction Rebellion in Italia, come ci spiega la 23enne Sara Maffioletti, coordinatrice dei rapporti con i media.

Seguirete le indicazioni della Extinction Rebellion inglese o continuerete con azioni simili a quelle di Ultima Generazione?

“Premetto una cosa: Extinction Rebellion è nata nel Regno Unito, ma non c'è un rapporto gerarchico. Non ci danno la linea. C'è un ampio decentramento decisionale, per cui ogni gruppo nazionale vive la sua realtà specifica e decide di conseguenza. In Inghilterra c'è stata una forte adesione al movimento, più che in Italia, e anche per questo si è deciso di limitare le 'tattiche di strada'. Da noi è diverso”

E quindi voi cosa farete?

“Non abbiamo una strategia precisa. Anche all'interno di Extinction Rebellion Italia ci sono vari gruppi, specialmente nel Nord del Paese, e ognuno organizza azioni riguardanti il proprio territorio. Posso dire che noi, a Milano, andremo avanti con queste modalità di protesta, ma ognuno puo' scegliere”.

Non esiste un coordinamento tra le vostre varie realtà locali?

“No, c'è totale autonomia. Siamo uniti solo dagli scopi, ovvero dalla necessità di forzare i governi a mettere in campo delle azioni concrete di contrasto al collasso climatico”

Non temete che le proteste troppo eclatanti possano generare antipatia nei vostri confronti e quindi risultare controproducenti?

“Il ragionamento è complesso. Infatti, anche al nostro interno ci sono opinioni discordanti. Lo scorso anno la strada di Extinction Rebellion si è separata da quella di Ultima Generazione proprio perchè diversi di noi nutrivano delle perplessità sull'efficacia di questo genere di azioni. Sì, il rischio che ci attirino un po' di antipatia in effetti esiste”

E allora perché volete continuare con questo approccio?

“Non c'è dubbio sul fatto che le azioni molto dirompenti ci permettano di bucare la bolla mediatica e in questo modo di arrivare a tutti, anche a coloro che altrimenti non si occuperebbero del cambiamento climatico. Il nostro obiettivo primario è proprio questo. E poi, personalmente, ritengo che siano azioni proporzionate alla drammaticità di quanto sta accadendo: oggi a Milano ci sono 10 gradi e, all'inizio di gennaio, non è normale! Queste azioni sono necessarie per far capire a tutti a che livello di emergenza siamo arrivati”.