Cronache
Ferrovia di Bari, Vincenzo e la casa sui futuri binari. "Da qui non mi muovo"
Per ora il pastore di pecore e capre può tirare un sospiro di sollievo. Il Tar della Puglia ha bloccato i lavori per l'allungamento delle rotaie a Sud
Ferrovia di Bari, la storia di chi resiste ma rischia di perdere tutto
Vincenzo ha vinto la sua battaglia, ma la "guerra" è ancora lunga. Il Tar della Puglia ha dato torto alla Regione e fermato i lavori per il prolungamento della ferrovia verso Sud. Tra i beneficiari di questo provvedimento c'è un pastore, la sua casa è proprio posizionata dove dovrebbero essere costruiti i nuovi binari. Tra le delimitazioni che costellano lama San Giorgio - si legge su Repubblica - per segnalare il cantiere del nodo ferroviario s'intravedono dei passaggi. I lunghi fasci arancioni che indicano il tracciato a volte s'interrompono. Per farci passare le pecore di Vincenzo, il pastore che vive proprio a ridosso della lama e che lì ha la sua stalla. La casa sarà abbattuta per lasciar posto ai binari. O questo sarebbe dovuto accadere prima della sentenza del Tar che ha annullato l'autorizzazione paesaggistica: il suo futuro è aggrappato alle decisioni della magistratura. Perché il pastore, con sua moglie, cinque figli e i suoi animali, non saprebbe dove andare.
"Porto le pecore al pascolo da dieci anni, ogni giorno - dice Vincenzo a Repubblica - non posso lasciare tutto da un giorno all'altro". Vincenzo Guglielmi, quarantanovenne, e sua moglie Giovanna Masella, quarantaduenne, sono entrambi di Bari ma vivono nelle campagne di Triggiano, a lama San Giorgio. Hanno cinque figli: uno di 20 anni, uno di 16, una di 11, uno di otto e l'ultima di cinque. "Faccio lo stesso mestiere di mio nonno e di mio padre - racconta Vincenzo - Ho cominciato dieci anni fa. Prima facevo il muratore, poi quando il mio titolare è deceduto sono andato a lavorare in campagna. Dieci anni fa siamo venuti a vivere in affitto nell'attuale casa perché la famiglia si era allargata e dato che c'era spazio a sufficienza, decisi di prendere quattro capre e pecore. Ma ora non sappiamo cosa fare: vendere l'attività e abbattere gli animali significa buttare all'aria 10 anni di sacrifici".