Cronache
GDPR a tutela della privacy, nuova diavoleria di Bruxelles
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Privacy, al via il General Data Protection Regulation. Poi ci si lamenta della vittoria dei partiti populisti.
IL GDPR (General Data Protection Regulation) noto tecnicamente come Regolamento Ue 2016/679, è l’ultima diavoleria che si è inventata la Commissione Europea per dare fastidio ai suoi Stati membri e soprattutto alle aziende e ai privati cittadini.
Infatti, teoricamente, il GDPR dovrebbe tutelare maggiormente i dati personali, ma in realtà, la cosa si è tramutata nell’ennesima farsa con l’arrivo, il 25 maggio, di migliaia e migliaia di mail che intasano le caselle di posta che chiedono di leggere normative che nessuno vuole o ha tempo di leggere.
Naturalmente, da noi in Italia, è stato recepito appunto all’ “italiana” e cioè le commissioni parlamentari bloccate dallo stallo politico, hanno rimandato l’attuazione ad agosto.
Le sanzioni per le aziende inadempienti sono altissime: fino a 20 milioni di euro o addirittura il 4 per cento del loro fatturato globale, mentre il costo dell’adeguamento, secondo una stima di Confesercenti sarà di 2 miliardi di euro, secondo Confesercenti.
Insomma, una norma che infastidisce tutti in nome del politically correct.
E questo non aiuta certo un clima pro Ue che viene sempre di più vista dalla gente come una sorta di moloch burocratico- amministrativo che sforna in continuazioni leggi e decreti assurdi ed incomprensibili che regolano la lunghezza delle zucchine o dei preservativi, ma non affrontano i problemi veri come i flussi immigratori ingestibili, la disoccupazione, la perdita di sovranità in cambio di nulla e l’etero gestione politico - amministrativa.
Poi ci si meraviglia della vittoria dei partiti e movimenti populisti in tutto il continente.