Cronache
Gomorra 3, non solo fiction: il ruolo delle donne nei clan della camorra
Le donne al vertice della camorra? Non è solo materia da fiction e da "Gomorra"
CAMORRA, TUTTE LE DONNE AL VERTICE
Non è solo materia da fiction e da "Gomorra". Le donne ai vertici di camorra non sono una novita'. Diversamente dalla mafia, i clan napoletani hanno sempre riservato un posto di vertice alla componente femminile della famiglia, ma il loro ruolo e' cambiato nel tempo. Lo indicano non solo i racconti dei pentiti ma soprattutto i reati contestati in occasione di arresti di molte di loro. Cosi', se Rosetta Cutolo era consigliera e postino degli ordini del boss Raffaele dal carcere, un contributo molto piu' consistente all'interno dell'organizzazione lo ha portato Anna Mazza, conosciuta come vedova nera, moglie del capo clan di Afragola Gennaro Moccia poi deceduto, uno dei gruppi militarmente piu' potenti del napoletano.
La donna ha governato anche i gruppi di fuoco della cosca, e incrementato le estorsioni e le attivita' della famiglia, inventandosi persino la dissociazione, una sorta di pentimento a meta' perche' gli affiliati vedessero riconosciuto qualche sconto di pena ma non uscissero dal clan. Vera manager e' stata, ed e' tuttora, Maria Licciardi, figlia del boss Gennaro detto 'a scigna, sorella di Pietro e Vincenzo, che ha retto il clan piu' potente di Napoli, componente di punta della Alleanza di Secondigliano, espandendone gli affari anche leciti, scontando un lungo periodo di detenzione, e tornando al comando del gruppo.
Non solo gli affari curano le donne della camorra, ma anche i rapporti tra clan; un'incombenza non facile, dato l'alto grado di polverizzazione che da sempre ha distinto la criminalita' organizzata Campana, le sue forti tensioni e il rapido disfarsi di alleanze tra famiglie. In questo senso, emblematica la figura di Rosaria Pagano, la donna che ha messo ordine dopo tre faide nell'area Nord di Napoli, quelle di Scampia, una pace raggiunta dividendo finalmente l'impero della gestione delle piazze di spaccio della droga fra cio' che rimane dei Di Lauro e loro alleati recenti, gli Amato-Pagano, di cui lei al vertice da diverso tempo come figlia e moglie di boss, e altri gruppi non meno importanti.
Nella camorra Casalese, e in quella casertana che ha un organigramma piu' simile a quella della mafia siciliana, le donne al potere sono poche, e in questo senso ben ne rappresenta il ruolo l'indagine che ha portato agli arresti oggi della sorella e delle cognate del boss Michele Zagaria. A loro, infatti, viene contestata la ricettazione, l'aver gestito cioe' il denaro sporco dei clan, sorvegliando la cassa e i flussi di denaro destinati alle 'mesate' delle famiglie degli affiliati. Un compito piu' tradizionale dunque, rispetto ad esempio alla partecipazione diretta alle minacce per le estorsioni, all'usura, al controllo del traffico dello spaccio di droga e in qualche caso anche alle responsabilita' in omicidi contestate ad altre donne di cosche napoletane.