Cronache

"Il coronavirus subisce mutazioni. Ma la mortalità reale è sotto l'1%"

Alberto Maggi

Intervista a Vincenzo D'Anna, presidente dell'ordine nazionale dei biologi italiani

"Non abbiamo scoperto assolutamente niente, abbiamo riportato ciò che è stato scritto da Lancet (rivista medico-scientifica britannica, ndr) il 20 febbraio scorso. Un gruppo di ricercatori cinesi ha prelevato il virus in diversi pazienti il 31 dicembre 2019 e il primo gennaio 2020 e su tre di queste persone infette il virus era mutato. Sempre coronavirus, ma con tipologie differenti". Il presidente dell'ordine nazionale dei biologi italiani Vincenzo D'Anna chiarisce ad Affaritaliani.it la sua posizione dopo le notizie uscite sull'ipotesi che il ceppo del coronavirus isolato al Sacco di Milano sia nato in Italia.

"Il virus che hanno isolato a Milano, dal punto di vista biologico e non medico, ha subito una mutazione rispetto a quello isolato dallo Spallanzani di Roma", precisa.

Quindi il coronavirus che circola in Italia non è quello che c'è in Cina? "Lo sapremo dopo che saranno stati completati gli esami del Sacco. Il virus mutato lo è in ragione di cinque nucleotidi in più (i mattoni di cui si compone il materiale genetico) ovvero su 29,8 mila basi il nuovo corona virus ha cinque 'pezzi' in più e sono simili nel 99,8% casi. Poi ha anche alcune altre differenze genetiche e proteiche", spiega D'Anna. "Sarà bene chiarire che nulla cambia sotto il profilo della virulenza della infettività e della mortalità".

"Ci vorrà del tempo per identificare il virus come 'italiano' che, come tutti i virus, ha bisogno di un ospite (animale) intermedio prima di potersi trasmettere all’uomo. Non dimentichiamo che prima della Sars non sapevamo che questo tipo di virus potessero colpire l'uomo, ora purtroppo è la terza volta che ci riesce, ma ha bisogno di un animale-ospite per poi trasmettersi all'uomo", argomenta il presidente dell'ordine nazionale dei biologi."Sotto il profilo medico e dell'allarme sulla pericolosità del coronavirus, comunque, non cambia nulla. Si tratta di una discussione scientifica. La mortalità è bassa: nell'80% dei casi si guarisce spontaneamente, nel 15-16% dei casi si guarisce con cure mediche e la mortalità riguarda poco più del 2%. Ma poiché tante persone contraggono il virus ma non hanno i sintomi, se consideriamo il numero reale degli infetti la mortalità scende sotto l'1%. E non va dimenticato che questo virus lo troviamo perché lo cerchiamo, come qualsiasi altro virus che attacca l’uomo come quello dell'influenza. Il virus influenzale che durante l'inverno 2019-2020 (da novembre a febbraio) ha colpito sette milioni di italiani ha provocato circa 19mila morti, ma nessuno ne parla, perché si ritiene sia scontato. E' chiaro che le persone più a rischio sono gli anziani, i malati di cancro,  i cardiopatici e le persone immunodepresse".

D'Anna parla in maniera esplicita di "esagerazione nel panico diffuso tra la popolazione e di danni che stiamo subendo tutti i giorni come nazione, soprattutto dal punto di vista economico. Gli Stati Uniti, l'Austria e la Svizzera ci hanno già messo in quarantena e prima o poi anche altre nazioni si proteggeranno da noi come si sono protette dalla Cina. E sono miliardi di euro di ricchezza che vengono bruciati per un allarme molto elevato che ha scatenato il panico e che è ingiustificato", conclude.