Cronache
Il Papa in Kenya: "Clima? Catastrofe se prevale l’interesse privato"

Emigrazione, terrorismo, povertà, dialogo tra le religioni. Il primo viaggio del Papa in Africa - l'undicesimo del suo pontificato - tiene insieme tutti questi temi. Stamattina, per Francesco, un primo incontro ecumenico nella nunziatura a Nairobi, con cristiani, animisti e musulmani. Ancora una volta il suo è stato un discorso all'insegna del dialogo: "Il nome di Dio non può giustificare l'odio e la violenza", ha detto con voce affaticata, dopo il lungo viaggio di ieri. E ancora: "I giovani vengono resi estremisti in nome della religione". E ha citato "i barbari attacchi al Westgate Mall, al Garissa University College e a Mandera", perpetrati da Al Shabaab. In particolare a Garissa, nell'aprile scorso, sono stati uccise 148 persone, quasi tutti ragazzi. Bergoglio ha celebrato la messa nel campus dell'università della città, in un'area che può ospitare fino a un milione di persone.
"Assistiamo all'avanzata di nuovi deserti, creati da una cultura dell'egoismo e dell'indifferenza verso gli altri", ha detto Francesco alla folla che lo ascoltava. Poi ha fatto appello ai giovani della nazione da "questa Università, dove le menti e i cuori delle nuove generazioni vengono formati" perché "i grandi valori della tradizione africana, la saggezza e la verità della Parola di Dio e il generoso idealismo della vostra giovinezza vi guidino nell'impegno di formare una società che sia sempre più giusta, inclusiva e rispettosa della dignità umana. Vi stiano sempre a cuore le necessità dei poveri; rigettate tutto ciò che conduce al pregiudizio e alla discriminazione, perché queste cose - lo sappiamo - non sono di Dio". Conclude con "Dio vi benedica! Dio benedica il Kenya!".
Fin dalla partenza, il messaggio lanciato con insistenza da Bergoglio è stato quello della serenità contro tutte le apprensioni. Contro il timore di attentati. "Voglio andare in Centrafrica, se non ci riuscite datemi almeno un paracadute", ha detto scherzando con il comandante del volo Alitalia. E poi, sempre con il sorriso sulle labbra, si è rivolto ai giornalisti: "Più delle persone mi fanno paura le zanzare". La prima tappa del suo viaggio, iniziato ieri, è dunque il Kenya. Davanti al presidente, Uhuru Kenyatta, ha ancora insistito sul tema del terrorismo: "L'esperienza dimostra che la violenza, il conflitto e il terrorismo si alimentano con la paura, la sfiducia e la disperazione, che nascono dalla povertà e dalla frustrazione". Poi il messaggio di riconciliazione: "Fintanto che le nostre società sperimenteranno le divisioni - ha detto - siano esse etniche, religiose o economiche, tutti gli uomini e le donne di buona volontà sono chiamati a operare per la riconciliazione e la pace, per il perdono e la guarigione dei cuori".
Francesco vuole in ogni caso andare a Bangui, capitale di un Paese ormai sconvolto da anni di guerra civile, per aprire la prima Porta Santa del Giubileo proprio in Africa, dando a questo gesto un forte significato simbolico. Ma nelle ultime ore le preoccupazioni per la sicurezza si sono fatte più pressanti: il generale Domenico Giani, comandante della Gendarmeria vaticana, che normalmente accompagna il Pontefice anche durante i voli all'estero, ieri invece era già a terra per coordinare anche con l'esercito francese tutte le misure contro il terrorismo.
Nel pomeriggio Papa Francesco è arrivato alla sede dell'Unon, il quartier generale dell'Onu in Africa, istituito dall'Assemblea Generale nel 1996. Al suo arrivo è stato accolto all'ingresso dal direttore generale dell'Unon Sahle-Work Zewde, dal direttore esecutivo dell'Unep Achim Steiner, e dal direttore esecutivo dell'Un-Habitat Joan Clos. Il Papa ha piantato nel simbolicamente nel parco dell'Unon un albero prima di proseguire entrare nella sala delle Conferenze.
Clima, catastrofico se Cop21 dimentichera' bene comune - "Sarebbe triste e, oserei dire, perfino catastrofico che gli interessi privati prevalessero sul bene comune e arrivassero a manipolare le informazioni per proteggere i loro progetti", ha detto mettendo in guardia le comunita' internazionali in vista del Cop21, la riunione sui cambiamenti climatici che si svolgera' a Parigi. "In questo contesto internazionale, nei quale si pone l'alternativa che non possiamo ignorare, se cioe' migliorare o distruggere l'ambiente, ogni iniziativa intrapresa in tal senso - sottolinea il Pontefice -, piccola o grande, individuale o collettiva, per prendersi cura del creato, indica la strada sicura per una creativita' generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell'essere umano".