La situazione dei rapporti tra Cina e Vaticano sta migliorando dopo anni di gelo diplomatico seguito alla presa di potere del Partito Comunista Cinese (PCC) di Mao Tse - tung, ostile alla religione e a qualsiasi forma di superstizione, secondo i dettami del materialismo storico di Marx e questo è indubbiamente un buon segno.
Attualmente vi sono, di fatto, “due Chiese” cattoliche in Cina: una che dipende, come deve essere, dal Vaticano, chiamata “clandestina, e l’altra che si chiama “patriottica” che dipende dal governo cinese e come ai tempi della battaglia per il potere tra Papa e Imperatore tutto si gioca sulle nomine dei vescovi.
La Chiesa patriottica fa le sue e, e il Vaticano le altre.
Il baluardo cattolico in Cina è rappresentato dall’anziano (86) cardinale emerito di Hong Kong, Joseph Zen (quello in carica è monsignor Michael Yeung Ming - cheung), che negli ultimi tempi ha un rapporto molto contrastato con Papa Bergoglio.
Zen è stato creato cardinale da Papa Ratzinger nel 2006 e nel 2008 guidò la Via Crucis al Colosseo a significazione del suo prestigio.
Qualche giorno fa era a Roma, sollecitato dallo stesso Pontefice, per parlare dell’ennesima contestazione, visto che Papa Francesco ha, di fatto, avallato la sostituzione di due vescovi cinesi nominati dal Vaticano con altri due graditi al governo.
A questo punto il cardinal Zen ha scritto testualmente sul suo sito: “Il Vaticano sta svendendo la Chiesa cattolica in Cina” e da qui la chiamata a Roma per spiegazioni. Tra l’altro, il cardinal Zen, ha ammonito il Vaticano a non creare un altro “caso Mindszenty”, il primate d’Ungheria che il Vaticano allontanò per compiacere i comunisti al tempo al potere.
Il cardinale Mindszennty si dovette rifugiare presso l’ambasciata americana per sfuggire ai comunisti ungheresi.
Ed ha anche aggiunto: "Forse il Papa è un po' ingenuo, non ha il background per conoscere i comunisti in Cina. Il Papa conosce i comunisti perseguitati in America latina, ma potrebbe non conoscere i persecutori comunisti che hanno ucciso centinaia di migliaia di persone…" proseguendo con “i vescovi ufficiali non stanno predicando davvero il Vangelo. Predicano l'obbedienza all'autorità comunista".
Dall’inizio del suo pontificato Papa Francesco sta seguendo una politica diplomatica di riavvicinamento alla Cina che mette in campo diverse strategie tra cui quella culturale, fatta di mostre di opere d’arte di cui la Chiesa cattolica è ricca il che ricorda la “politica del ping - pong” che mise in atto nel 1972 il presidente Usa Richard Nixon per ammorbidire i rapporti con il gigante asiatico con l’avallo dello stesso Mao.
Certamente quello cinese è un dossier molto spinoso per Papa Francesco che dopo aver aperto in Europa alla rivalutazione dell’opera di Martin Lutero sta ora mettendosi d’accordo con la Cina del Presidente Xi Jinping e questo aggiunge benzina al malcontento delle alte sfere vaticane che si sentono tradite nella loro missione evangelica e non ne hanno fatto mistero soprattutto in questi ultimi tempi.