Cronache

Impagnatiello e la cenere sulle scale. La vicina nota tutto, la madre niente

Di Redazione Cronache

Gli inquirenti cercano di capire se il killer si sia avvalso di un complice per l'occultamento. Come ha portato il corpo di Giulia dalla casa al box?

Omicidio Giulia, Alessandro Impagnatiello ha agito da solo?

Alessandro Impagnatiello continua a parlare agli inquirenti ma la sensazione è che non stia dicendo tutta la verità. Le sue dichiarazioni sono spesso contraddittorie, piene di dimenticanze e di versioni sui fatti che non coincidono con le prove trovate e le testimonianze raccolte. Restano un mistero le modalità dell'uccisione di Giulia Tramontano e di Thiago, il bimbo che la ragazza di Senago portava in grembo. Il killer - si legge sul Fatto Quotidiano - voleva "ridurre in cenere" il corpo di Giulia dopo averla uccisa. A bruciare il cadavere però non ci è riuscito per ben due volte, prima nella vasca da bagno e poi nel garage. E però di quella cenere, abbondante ne dà testimonianza una vicina che sabato dopo le 20 vede "una quantità ingente di cenere" uscire dall'appartamento dei due ragazzi e "continuare sulle scale del codominio sino al box auto" usato dalla coppia.

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Quasi alla stessa ora, come riporta sempre il tribunale nella convalida del fermo, - prosegue Il Fatto - la madre dell'assassino utilizzando una copia delle chiavi sale in casa, entra e non trova nessuno. Chiude ed esce. Della cenere, stando all’ordinanza, non sembra però fare cenno. Sono, secondo il gip, le 17:20 del 28, venti minuti dopo il passaggio della vicina. I due dati in contrapposizione sono citati dal giudice in modo del tutto asettico. Ciò che accende l’ipotesi al momento solo esplorativa di un complice, secondo quanto spiegato dagli inquirenti, è in generale il trasporto del corpo senza vita di Giulia che alle 20:30 del 27 si trova nella vasca da bagno senza vita, per poi trovarsi alle 23 in garage, dove rimarrà fino alle 12:30 del 29 quando Impagnatiello, a suo dire sempre da solo, lo porta in cantina.