Cronache
L'altra faccia della Dad, internet a singhiozzo, droga e spritz a lezione
Secondo uno studio 6 studenti su 10 bocciano la Dad. Durante le lezioni, chat su wap, spuntini, droga e alcool. Gli esperti: “Disagio psicologico”
Dad 'bocciata' da 6 studenti su 10. E' quanto emerge da un'indagine condotta dal portale Skuola.net con l’associazione nazionale Di.Te. su 10mila studenti di età compresa tra gli 11 e i 19 anni: il 62% dei 10.000 ragazzi intervistati ha dato, infatti, un giudizio negativo sulla didattica a distanza per diversi motivi come distrazioni, voti bassi e insegnanti poco preparati dal punto di vista tecnologico. Per non parlare di aumento dei consumi per fumo, droga e alcool.
La dad non convince soprattutto perché gli studenti sembrano aver perso la motivazione a seguire le lezioni, complici anche docenti che non sarebbero riusciti a organizzare lezioni stimolanti: lo dice quasi la metà degli intervistati (48,6%). Un aspetto che ha avuto una conseguenza quasi scontata: un calo del rendimento rispetto a quello che si raggiungerebbe in presenza, percepito come “nettamente” o “leggermente” peggiorato dal 28,7% degli studenti.
Ma forse, prosegue il comunicato, la bocciatura della dad è anche il frutto delle tante distrazioni che, stando lontani da occhi indiscreti, tanti ragazzi si sono concessi autonomamente, specialmente attraverso gli strumenti di messaging: il 58% dei ragazzi, ad esempio, ha dichiarato che ha usato app come whatsapp e simili per avere scambi con i compagni o con gli amici, durante le lezioni. Ma la mancanza di concentrazione e attenzione non è sempre 'colpa' dei ragazzi. Ci si mettono anche condizioni strutturali: tanti studenti, infatti, raccontano di non essere riusciti a seguire la scuola online perché distratti (58%) o interrotti (51,4%) da altre persone presenti in casa. Inoltre, il 15% degli intervistati ha raccontato di non poter mai o quasi mai contare su uno spazio privato per seguire la dad.
Il lungo periodo della dad ha avuto, però, pesanti implicazioni negative anche sulle abitudini dei ragazzi e sul loro stile di vita. Dall’inizio della pandemia, alcuni hanno addirittura iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti (9%), alcol (quasi 18%) e fumo (12%). Tra chi faceva già uso di queste sostanze, inoltre, si è registrato un aumento netto del consumo di stupefacenti per il 10%, degli alcolici per il 6% e delle sigarette per il 16%. E si aggiungono coloro che confessano un aumento lieve del consumo: 12% per quel che concerne alcolici e stupefacenti, quasi 20% per gli alcolici.
Ma non è tutto: sono cambiate pure le abitudini alimentari, con il 50% degli adolescenti che dice di avere incrementato il consumo di cibo durante gli ultimi mesi di chiusura in casa. E, ancora, se circa un terzo dei ragazzi (36%) dice di avere dormito più ore, il 44% ammette di dormire meno ore rispetto a quanto facesse prima della pandemia e della didattica a distanza.
“Questi sono solo alcuni dei riflessi di un disagio che si protrae da lungo tempo - osserva Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. - dormire di più può rivelare uno stato depressivo, mentre dormire di meno o in modo discontinuo può sottendere a uno stato ansioso. Il malessere dei giovani è percepibile - continua l’esperto - ed è più che urgente intervenire quanto prima per contenerlo, arginarlo e invertire la rotta occupandoci della loro salute mentale. Oltre a non avere avuto occasioni sociali, hanno perso anche molte delle loro valvole di sfogo, tra cui lo sport. Se si va a vedere come hanno vissuto il rapporto con l’attività fisica, fondamentale per mettere in circolo le endorfine, gli ormoni del benessere, si osserva che più della metà degli intervistati non ha fatto nessuna attività”.