Cronache

Addio a Elserino Piol: l’ultimo grande vecchio dell'Olivetti

Di Giuseppe Vatinno

Elserino Piol, quando venne a trovarmi al ministero di Di Pietro

Ma sono gli anni ’80 a designarne la consacrazione definitiva: Carlo De Benedetti lo vuole come direttore generale della Strategia e sviluppo e cosi si giunge ad un risultato storico: Olivetti e AT&T si alleano con l’azienda Usa che compra il 25% di Olivetti immettendo un fiume di capitali freschi.

Negli anni ’90 è proprio Piol a prefigurare il grande sviluppo delle telecomunicazioni, cioè la telefonia cellulare ma anche la nascente Internet. E così fonda Omnitel, ora Vodafone. Sul lato Rete intuisce che sarà il punto di caduta delle telecomunicazioni e cioè che ogni computer sarà collegato agli altri nel mondo e così porta De Benedetti a conoscere Steve Jobs, fondatore della Apple.

Del resto l’Olivetti aveva nella Silicon Valley un proprio presidio di 300 dipendenti. De Benedetti però non capì nulla di quello che stava accadendo nel mondo della tecnologia e deluse le aspettative di Piol dicendo: «Non stiamo a perdere tempo abbiamo cose più serie da fare». Successivamente Piol diviene vicepresidente dell’Olivetti che lascia nel 1996 e da allora si occupa di venture capitalism con focus sulle startup. Finanzia anche la nascita di Tiscali.

Quell'incontro con Elserino Piol al ministero di Di Pietro

Chi scrive ha conosciuto Elserino Piol nel 2006 quando ero Consigliere per le Grandi Opere dell’allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Incontrai Piol al ministero e mi parlò di un suo progetto di mobilità intelligente con l’utilizzo di un geolocalizzatore da montare sui mezzi di trasporto: una proposta innovativa che lui vedeva fondamentale per il controllo della logistica e la movimentazione delle merci. Poiché in anni giovanili ero stato anche io un manager dell’Olivetti fu più facile per lui il contatto con le Istituzioni.