Cronache

Addio a Elserino Piol: l’ultimo grande vecchio dell'Olivetti

Di Giuseppe Vatinno

Elserino Piol, quando venne a trovarmi al ministero di Di Pietro

Apparentemente burbero, nascondeva una insospettata ironia. Quando espressi qualche cauto dubbio sui possibili problemi di privacy mi rispose: “Beh se uno vuole andare dall’amante qualche problema c’è” e si fece una grande risata. Era una persona innamorata del suo lavoro e quando io lo chiamai sbagliando “ingegnere” mi disse che lui non era laureato e che di “ingegnere” ce ne era solo e cioè quello che aveva fatto perdere all’Italia l’occasione di essere una apripista di Internet a causa del fatto che De Benedetti scaricò brutalmente il fondatore dell’Apple.

Gli ricordai che De Benedetti aveva distrutto anche l’informatica italiana vendendo Olivetti prima ai cinesi di Wang e poi agli olandesi della Getronics, insomma fu fatto uno “spezzatino” con il consenso dell’allora ministro dell’Industria Pierluigi Bersani e della CGIL. Ne ho scritto qui 

Lui ascoltò con attenzione con una mano appoggiata sul mento, poi si rabbuiò, fece una smorfia allargando le braccia e disse: “Dottore, lasciamo stare, occupiamoci del futuro”.