Cronache
Luana, la mamma rifiuta il risarcimento: "Mia figlia non ha prezzo, giustizia"
La famiglia della ragazza morta sul lavoro a Prato non accetta l'assegno
"Risarcimento rifiutato? Mia figlia non ha prezzo. Voglio giustizia"
"Questa storia di denaro sbandierato ai quattro venti come se la morte di mia figlia avesse un prezzo mi fa stare male. Il dolore non si quantifica e non si mercifica e comunque queste cose vanno fatte nelle sedi opportune, perché per me, gettarmele addosso, sono come pugnalate al cuore". Lo afferma, in un'intervista al 'Corriere della Sera', Emma Marrazzo, la mamma di Luana, l'operaia di 22 anni madre di un bambino che oggi ne ha 6, morta lo scorso 3 maggio a Prato inghiottita da un macchinario tessile, dopo l'offerta di oltre un milione di euro dalla compagnia di assicurazione della fabbrica tessile dove lavorava la figlia. Risarcimento che non sarebbe tuttavia congruo secondo i familiari.
"Tra poco più di un mese sarà un anno che piango Luana. E il 7 aprile si aprirà a Prato il processo con i tre imputati - spiega - E allora se queste persone vogliono preparare strategie di difesa lo facciano in silenzio senza tormentare me e la mia famiglia. Non si può giocare con la vita di una famiglia colpita duramente da una tragedia. Io sto vivendo un calvario infinito ma il mio dolore non viene rispettato". "Ho solo due grandi desideri", conclude la mamma di Luana chiedendo "che sia fatta giustizia e che non ci siano più morti sul lavoro".
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