Cronache
Marò, rivelazioni choc: "Manipolazioni indiane su rotta e proiettili"
Nuove clamorose rivelazioni sul caso Marò. Secondo un articolo di Quotidiano.net alcune rotte inerenti alla vicenda sono state manipolate ad hoc dagli indiani, in modo da accorciare la distanza tra le navi, la Enrica Lexie su cui erano Latorre e Girone e il peschereccio Saint Antony: il tutto per giustificare gli spari sul fianco destro del peschereccio.
Analizzando le carte depositate ad Amburgo alla cancelleria del Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos) emergerebbe appunto una manipolazione. Potrebbe trattarsi di una vera e propria crepa nel castello delle accuse che aprirebbe anche scenari inquietanti sulla giustizia indiana e l'inerzia diplomatica italiana rotta qualche mese fa col ricorso all'arbitrato.
In base alle rotte note le due navi sarebbero passate a 920 metri di distanza l’una dall’altra e non a circa 50 come sostiene la "scena del crimine" depositata nell’allegato numero 48. E in base alla rotta registrata dal Sistema di allarme della nave i proiettili sparati dalla Lexie avrebbero colpito il peschereccio da sinistra e non da destra, la fiancata sulla quale sono stati trovati i fori dei proiettili. Imprecisione e dettaglio secondario oppure qualcosa di più? Una cosa è certa: la vicenda Marò continua a intricarsi.
Non solo. Il professor Sasikala parla di proiettili molto diversi da quelli in dotazione ai marò. Ma il perito balistico Nisha assicura che le pallottole partirono "da fucili calibro 5 e 56 ad alta velocità, dall'alto verso il basso e da grande distanza". L'ipotesi è che si arrivi a questa conclusione (la perizia è del 19 aprile 2012) in questo modo: i sequestri della petroliera Lexie si concludono il 25 febbraio, secondo quanto si legge sulle carte depositate dall'India. Quindi, c'è tutto il tempo per sparare usando i mitra dei marò e recuperare i proiettili. Peccato che nel Kerala non sappiano che regola della marina italiana è che ogni fuciliere ha una sua arma individuale e non di reparto. I colpi fatali non arrivano quindi dai mitra dei due marò, ma da quelli di altri ufficiali.