Cronache

Monteverde Vecchio quartiere di Verdone e Moretti: materia e anti-materia si incontrano

Di Giuseppe Vatinno

Nanni Moretti? E' l'ipostasi di uno stato coscienziale la 'morettitudine'. Verdone è l'erede di Alberto Sordi e della sua comicità ridanciana e popolare

Per loro Nanni non è un uomo ma è l’ipostasi di uno stato coscienziale, la “morettitudine”, che li fa vivere in un dolce oblio, cullati dai soldi e dai beni di lusso. I morettiani sono tutti rigorosamente di sinistra e posseggono in casa copie autenticate di cashmerini di Fausto Bertinotti e di scarpe fatte a mano di Massimo D’Alema. E poi c’è Lei, la Divina: la teca che contiene una copia della preziosissima “ZTL originale” che è stata di Elly Schlein e che si dice sia stata prima ancora di Walter Veltroni.

Ma in questo quartiere abita anche Carlo Verdone. Il suo è un bel palazzo, non una villetta, con vista su Roma, contrariamente a quello di Moretti. Si trova vicino al Fontanone dell’acqua Paola al Gianicolo, costruita nel Settecento per volere di Papa Paolo V dall’architetto Carlo Fontana.

Verdone è esattamente il contrario di Moretti e si trova locato leggermente più vicino a Trastevere. Esuberante, nostrano, ruspante, nazional-popolare e soprattutto ironico proprio contro i radical–chic che ha sempre sberleffato nei suoi film. Insomma siamo al diavolo e all’acqua santa separati da meno di un chilometro. In “Ecce Bombo” (1978), Nanni Moretti aggrediva un povero barista al grido di: “Ve lo meritate Alberto Sordi!”.

Ma Carlo Verdone è proprio l’erede di Alberto Sordi e della sua comicità ridanciana e popolare. Una eredità che gli è stata simbolicamente consegnata nel film “In viaggio con papà” (1982) e poi suggellata da un lungo sodalizio artistico. Sappiamo che Verdone frequenta un ristorante che si chiama “Lo Scarpone”, vicino a Villa Pamphili. La zona è quella dei combattimenti che avvennero nel 1849, quando il generale francese Oudinot, inviato dall’Imperatore Luigi Napoleone a supporto del “papa Re”, cioè Pio IX, sconfisse la Repubblica Romana, retta dal triumvirato Mazzini, Ermellini e Saffi. Immaginiamo che come Oudinot e Mazzini, i due attori si siano incontrati qualche volta in quel crocevia magico.

Immaginiamo che ci sia stato un evento preternaturale, come un accecante lampo bianco o qualcosa di simile. Insomma quando si incontrano la materia e l’anti-materia, il buon Carlo Rovelli ci insegna che può accadere di tutto, “buci” bianchi e negri si avvoltolano insieme in una danza magico – erotica. Per la cronaca c’è pure “Saffi”, infatti a pochi metri abitava il celebre attore Paolo Panelli, ma questa è un’altra storia.