Cronache
Nave Gregoretti. Le carte di Salvini la pistola fumante contro il Governo?
Dal peso del carteggio riflessi ‘inimmaginabili’ a livello politico
Le carte. Un fascicolo di fotocopie, mail, interviste, dichiarazioni, un carteggio pubblico tra istituzioni e membri del Governo raccolto e tenuto stretto dalla Lega sul caso della nave Gregoretti potrebbe turbare i sonni di qualcuno fino al 20 gennaio ed avere riflessi inimmaginabili sulla politica.
In quel giorno infatti ci sarà la decisione della Commissione per le autorizzazioni a procedere contro o meno la messa a processo di Matteo Salvini per il caso della nave Gregoretti. Una vicenda che, apparentemente, parrebbe analoga alla precedente vicenda dell’altra nave Di Ciotti ma che, in questo caso, viene considerata da esponenti del governo giallorosso differente.
Per certi versi parrebbe un nodo strettamente legato alla politica ed è per questo che potrebbe, probabilmente ,risolversi solo in ambito politico.
Nave Gregoretti: Le carte in mano a Salvini, la pistola fumante?
Effettivamente sentendo le dichiarazioni di alcuni rappresentanti di partito, dal M5S al Pd, il caso sembrerebbe essere già chiuso, come si dice ‘cotto e mangiato’.
Per alcuni l’ex Ministro dell’Interno avrebbe deciso da solo di lasciare fuori porto la nave con i migranti a bordo ( salvo la tutela sanitaria per tutti con particolare attenzione per donne e bambini) tecnicamente ‘sequestrandoli’.
Per questo sarebbe processabile.
‘Il caso è diverso dalla Di Ciotti’ ha infatti ripetuto Luigi Di Maio per dare un senso alla richiesta di procedere in maniera differente in questo caso rispetto al precedente. ‘Qui nessuno ne era al corrente, la decisione è stata solo di Salvini’.
E sulla stessa lunghezza d’onda anche il Ministro della Giustizia Bonafede che ha sottolineato come ci siano le condizioni per un ok all’autorizzazione.
Le carte in mano a Salvini, la pistola fumante?
Palazzo Chigi, in aggiunta, con una nota stringata ha confermato la linea di M5S e PD sostenendo che ‘la Diciotti non è la Gregoretti e la vicenda non figura all'ordine del giorno e non è stata oggetto di trattazione nell'ambito delle questioni 'varie ed eventuali' nel Consiglio dei Ministri del 31 luglio 2019 nè in altri successivi’.
Con tre affermazioni così nette da parte di questi calibri la decisione di portare a processo Salvini sembrerebbe ormai quasi presa.
Se Premier, capo del partito di maggioranza e Ministro dell’Interno parlano all’unisono che potrebbe fare il povero ex Ministro dell’Interno?
Ma forse un carteggio pubblico, qualcosa di dimenticato, potrebbe diventare ‘la pistola fumante’ per far implodere il Governo cappottandolo sul terreno scivoloso delle ’non verità’ o delle ‘colpevoli dimenticanze’.
La Lega ha infatti confermato che ‘Matteo Salvini ha in mano prove scritte dei contatti sui migranti con la presidenza del Consiglio, la Cei e l’Ue. Ha conservato una copia delle interlocuzioni scritte di quando era al Viminale. Numerosi contatti anche tra il Ministero dell'Interno, la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Affari esteri, organismi comunitari e pure con la Cei’.
Un dossier ‘bollente’ che se, confermasse i contatti, potrebbe diventare un boomerang letale.
Se emergesse infatti che tutte le parti ne erano al corrente salterebbe di fatto il castello sull’accusa principale, quella di aver agito da solo.
E di seguito emergerebbe l’imbarazzante contraddizione fra le dichiarazioni di ‘non essere stati messi al corrente’ e la differente realtà.
Un Karakiri di proporzioni imponenti.
Così come sia difficile pensare che un Ministro si assuma la responsabilità di una decisione così delicata, altrettanto difficile risulta immaginare che politici di primo piano si possano esporre per l’ok all’autorizzazione a procedere senza aver visto o magari ‘dimenticato’ eventuali carte dell'evento.
Domande che, a breve, avranno una risposta.
Hanno ragione gli accusatori tenuti all’oscuro da un Ministro irresponsabile o ha ragione il 'modus operandi 'di un Ministro che, al contrario, sostiene di aver informato tutti?
Solo le carte, gelosamente tenute nei cassetti della Lega, scioglieranno l’enigma.
Ma il risultato, per un verso o per l’altro, potrebbe davvero creare uno sconquasso politico.