Cronache
'Ndrangheta, 12 arresti a Reggio Calabria: in manette anche un poliziotto
Le complesse operazioni e le intercettazioni hanno permesso di individuare una "cellula" mafiosa che metteva in atto estorsioni sul territorio
Le indagini hanno permesso di documentare l'esistenza dei presunti vertici e partecipi della locale di 'ndrangheta di Mammola, capace di controllare quel territorio, di condizionarne l'imprenditoria e le attività nel settore boschivo con il metodo delle estorsioni, nonché di finanziarsi anche mediante la produzione ed il traffico di sostanze stupefacenti. Per la prima volta, sostengono gli inquirenti, viene censita e riconosciuta, sebbene in fase cautelare, l'operatività di una vera propria cellula mafiosa nel piccolo centro dell'area ionica.
Al vertice della stessa, e quindi con il ruolo di Capo Locale, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, vi è, appunto, Rodolfo Scali, già coinvolto in passato nelle indagini ''Prima Luce'', ''Crimine'' e ''Minotauro''. Ad affiancare Scali nella conduzione del sodalizio e nell'attuazione del programma criminoso vi erano il cognato Damiano Abbate, con il ruolo di Capo Società, e Isodoro Cosimo Callà, con il ruolo di Crimine. Dello stesso sodalizio sono ritenuti partecipi Nicodemo Deciso, Nicodemo Fiorenzi, Raffaele Romeo, Domenico Spanò, Ferdinando Cimino.
Le investigazioni hanno anche riscontrato, come dichiarato da alcuni collaboratori di giustizia e riscontrato dalle attività tecniche di intercettazione, una proiezione della locale di Mammola in Lussemburgo, dove risiedono stabilmente e sono stati arrestati alcuni degli indagati. In particolare, il referente del gruppo in Lussemburgo è ritenuto Nicodemo Fiorenzi, che doveva comunque riferire e concordare con i vertici della locale di Mammola ogni decisione