Cronache

Blitz anti-'ndrangheta, vicino alla soluzione il giallo sulla donna uccisa e data ai maiali nel 2016

Di Redazione Cronache

L'operazione Maestrale-Carthago a Vibo Valentia ha portato all'arresto di personalità mafiose tra cui uno tra i presunti autori del noto femminicidio nel 2016

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Sono diversi i professionisti tra gli arrestati nell'operazione antimafia denominata Maestrale-Carthago portata a termine stamane dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia con il coordinamento della Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Tra i destinatari della misura in carcere, anche l'avvocato penalista Francesco Sabatino del Foro di Vibo Valentia, difensore di diversi imputati del maxiprocesso Rinascita Scott. Agli arresti domiciliari è invece finito l'ex presidente della Provincia di Vibo Valentia ed ex sindaco di Briatico, Andrea Niglia, l'ex dirigente dell'Asp di Vibo ed attuale direttore sanitario della clinica Villa Sant'Anna di Catanzaro, Cesare Pasqua, l'avvocato del Foro di Vibo Valentia Azzurra Pelaggi.

Gli indagati complessivamente sono 84 e nei loro confronti la Dda di Catanzaro ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione di tipo mafioso, omicidio, scambio elettorale politico mafioso, traffico di stupefacenti e armi, corruzione, estorsione, ricettazione, turbata libertà di incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e altri reati tutti aggravati dal "metodo mafioso".

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L'operazione Maestrale-Carthago potrebbe far luce anche sull'omicidio di Maria Chindamo, la commercialista rapita e fatta sparire il 6 maggio 2016 dinanzi alla sua tenuta agricola di Limbadi, nel Vibonese. La Dda di Catanzaro contesta a un indagato, Salvatore Ascone, oltre alla partecipazione al clan Mancuso di Limbadi, alla detenzione di armi e droga, anche l'omicidio, in concorso con altri due soggetti (di cui uno deceduto e uno all'epoca dei fatti minorenne) di Maria Chindamo.

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Uccisa perchè voleva essere libera. Il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, parla della morte di Maria Chindamo, nella conferenza stampa sull'esito dell'operazione "Maestrale-Carthago" contro le cosche di 'Ndrangheta del Vibonese. "E' una vicenda che ci ha impressionato, perche' questa donna dopo il suicidio di suo marito, avvenuto un anno prima rispetto alla sua scomparsa, ha pensato di diventare imprenditrice, di curare gli interessi della terra, di curare i figli e affrancarsi da quel modus operandi e quella mentalità mafiosa. Si era anche iscritta all'universita' ma non le e' stata perdonata questa sua libertà, questa sua voglia di essere indipendente, di essere donna".

Gratteri sul caso Chindamo: “Uccisa perché voleva essere una donna libera”