Cronache

Regione Piemonte, Roberto Rosso lascia. Assessore arrestato per ’ndrangheta

'Ndrangheta: Piemonte, arrestato assessore regionale Rosso

Operazione 'Ndrangheta-Piemonte, voto di scambio politico-mafioso: tra gli arrestati c'è anche l'assessore regionale Roberto Rosso di Fratelli d'Italia

C'e' anche l'assessore della Regione Piemonte Roberto Rosso, esponente di Fratelli d'Italia, fra le otto persone arrestate stamattina dalla Guardia di finanza di Torino su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nell'ambito di un'operazione nei confronti di soggetti legati alla 'ndrangheta radicati nel territorio di Carmagnola e operanti a Torino. Tra le condotte illecite, oltre all'associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro, e' stato contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso. Da quanto si apprende, Rosso, 58 anni, avvocato civilista e una lunga esperienza in Parlamento, dove e' stato deputato per cinque legislature e due volte sottosegretario, avrebbechiesto aiuto alla criminalita' organizzata per essere eletto alle ultime elezioni regionali nella coalizione a sostegno del presidente Alberto Cirio. In Regione Rosso e' assessore ai Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Affari legali e Contenzioso, Emigrazione e Diritticivili.

'Ndrangheta: Cirio 'allibito, dimissioni gia' accettate'

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, si dice "allibito" per l'arresto di Roberto Rosso e annuncia di avere "prontamente accettato" le sue dimissioni da assessore regionale, "avendo gia' fatto predisporre la sua revoca". 

'NDRANGHETA: INQUIRENTI, DA ROSSO 15MILA EURO PER VOTI A ULTIME REGIONALI**

Secondo gli investigatori l'assessore regionale Roberto Rosso arrestato questa mattina nell'operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Torino e coordinata dalla direzione distrettuale antimafia torinese avvalendosi della mediazione di due persone anch'esse finite in manette questa mattina, avrebbe pagato 15.000 euro in cambio della promessa di un pacchetto di voti. Dalle indagini, inoltre, sarebbe emersa la piena consapevolezza del politico e dei suoi intermediari dell'intraneità mafiosa dei loro interlocutori.