Cronache

Pamela, intercettazione choc: "Innocent mi chiese se volevo stuprarla"

"Il 30 gennaio Innocent mi telefonò chiedendomi se volevo andare a stuprare una ragazza che dormiva". Intercettazione choc sul caso Pamela

L'intercettazione choc: "Innocent mi telefonò e mi chiese se volevo andare a stuprare Pamela"

"Il 30 gennaio Innocent mi telefonò chiedendomi se volevo andare a stuprare una ragazza che dormiva". A pronunciare la frase choc, intercettata dagli inquirenti nel carcere di Ancona, è Lucky Awelima mentre parla con Desmond Lucky. I nigeriani, insieme al connazionale Innocent Oseghale, sono detenuti con l’accusa di aver ucciso e fatto a pezzi la 18enne romana Pamela Mastropietro a Macerata. Il corpo era stato ritrovato a pezzi in due trolley abbandonati a Pollenza. I dialoghi sono riportati nella nuova ordinanza di custodia cautelare per omicidio a carico di Oseghale che invece è recluso ad Ascoli Piceno. A questa richiesta di Innocent, Awelima avrebbe risposto che non era interessato. In un’altra conversazione, Awelima avrebbe poi detto di aver saputo che Pamela era stata stuprata. Anche questi elementi erano tra quelli posti a fondamento della richiesta della ordinanza di custodia in carcere per Oseghale anche per violenza sessuale. Addebito non riconosciuto dal gip che pone a fondamento della decisione anche tratti della personalità della ragazza.

 Pamela, per il pm Oseghale "la violentò" 

Nuove accuse dalla procura di Macerata per Innocent Oseghale. Secondo i pm, il 29enne nigeriano e' coinvolto in prima persona nell'omicidio di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa e fatta a pezzi a febbraio, e, prima della sua morte, l'avrebbe "costretta ad avere un rapporto sessuale completo". Nuovi elementi, che pesano come macigni, emersi questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il procuratore capo di Macerata, Giovanni Giorgio, il comandante provinciale dei carabinieri, Michele Roberti, e il comandante del reparto operativo dell'Arma, Walter Fava.   

Il nigeriano in carcere per concorso in omicidio ma non per violenza sessuale

Le accuse della procura, pero', non convincono completamente il gip del tribunale maceratese, Giovanni Maria Manzoni, il quale ha accolto solo parzialmente la nuova richiesta degli inquirenti, disponendo la misura cautelare in carcere per il nigeriano per concorso in omicidio, oltre che per occultamento di cadavere, ma non per violenza sessuale. Una decisione sulla quale la procura valutera' se ricorrere. Gli inquirenti si erano convinti da subito del coinvolgimento diretto di Oseghale, tanto da aver chiesto per lui il carcere per i reati di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere, ma la piu' grave delle accuse era caduta di fronte al gip, proprio in attesa dei rilievi effettuati dal Ris dei carabinieri, che evidentemente hanno portato piu' certezze a quelle che erano le prime conclusioni e che, secondo la procura, sono ora sostenute anche da diverse intercettazioni ambientali e telefoniche.    

I pm: "Così Innocent ha stuprato Pamela"

Nella ricostruzione dell'accusa, nell'appartamento di via Spalato 124 a Macerata, Pamela ha rifiutato di avere un rapporto sessuale con Oseghale, il quale ha abusato di lei e l'avrebbe successivamente stordita, uccisa e fatta a pezzi per cancellare le prove della violenza sessuale e dello spaccio di eroina. Una tesi che non ha convinto completamente il gip, per il quale Oseghale avrebbe commesso l'omicidio perche' la 18enne romana si era sentita male dentro la casa, ma che non ha impedito al magistrato di firmare la richiesta di nuova misura cautelare per concorso in omicidio. Si tratta del terzo provvedimento restrittivo per il nigeriano, che nei giorni scorsi era stato raggiunto, nella sua cella ad Ascoli Piceno, da un provvedimento analogo anche per lo spaccio di droga.