Cronache

Chiesa, sul latino un nuovo fronte di scontro: a Roma manifesti contro il Papa

Di Giuseppe Vatinno

Le proteste dei tradizionalisti contro il papa: manifesti in giro per Roma a favore delle messe in latino che il Santo padre ha abolito

Ma è noto il “volto” di questi nuovi pasquini che si aggirarono nottetempo per il rione di Borgo con secchi ricolmi di colla e pennelloni da attacchini? Ebbene sì. Sappiamo chi sono perché i tempi si sono evoluti ed ora anche Pasquino ha un comitato promotore costituito da: Messainlatino, Campari & de Maistre, le associazioni di Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum e l’Associazione San Michele Arcangelo.

I promotori, cattolici tradizionalisti, temono che il Papa utilizzi una sorta di decreto legge vaticano, che tecnicamente si chiama Motu proprio, per vietare del tutto il latino nella Chiesa. Preoccupazione forse eccessiva perché comunque il latino è la lingua ufficiale del Vaticano ma il vero attacco di Francesco è verso la Messa in latino. I tradizionalisti si sentono sotto attacco e la scomparsa di Papa benedetto XVI che fu un Papa tradizionalista che amava moltissimo il latino alimenta dubbi e preoccupazioni.

In effetti Francesco si è mostrato ostile non solo contro il latino ma contro tutto ciò che sa di tradizione. Lo fa perché è sotto attacco da più parti e si rifugia nella cittadella fortificata del Concilio Vaticano II, quello che aprì la Chiesa alla gente. Azione meritevole che però nei decenni sfuggì di mano per portarci all’attuale caos ecclesiastico con suore canterine, preti rock e religiose di clausura che se la spassano sui social.

È il famoso “mondo alla rovescia”, di cui spesso abbiamo parlato. L’attuale protesta non pare violenta ma apre al dialogo e forse Francesco dovrebbe coglierla per cercare di pacificare una Chiesa in tumulto, pervasa da ctonie e imponenti correnti di protesta, che l’assediano e non la rendono libera di esplicitare la sua opera.

Anche la recente defenestrazione di Padre Georg, il segretario particolare di Papa Ratzinger, non è piaciuta ai conservatori. Il presule tedesco è stato infatti inviato lontano da Roma, in Costa Rica, in un Paese sì cattolicissimo ma in preda anche a indagini per pedofilia contro la Chiesa, promosse dalla magistratura. Insomma più che un nuovo lavoro si tratta di una nuova punizione per l’ex segretario, che i conservatori vedono indirizzata anche a loro.