Cronache

Pedofilia, caso don Caramia: la Cassazione lo spedisce in carcere per 8 anni

di Fabiana Agnello

Francesco Caramia, originario di Mesagne, nel brindisino, sconterà la pena per il reato di violenza e abusi su un chierichetto di 11 anni

Alcuni hanno raccontato che le molestie erano partite nel 2002, di averle denunciate anche al vescovo dell'epoca, monsignor Rocco Talucci, appunto, che - mettono a verbale – “aveva espresso meraviglia sul fatto che i giovani avessero parlato delle molestie, aveva invitato le vittime a non denunciare la vicenda e a non parlarne con altri”. Talucci è stato poi sentito dagli investigatori e ha provato a sminuire.

Il 13 novembre del 2014 Peschiulli era al telefono con un amico. Era tornato a Terracina (Latina), sua città natale, perché sul giornale erano finite le denunce dei ragazzini di Brindisi contro di lui. La conversazione è confidenziale (“Giampiero dice all’amico Andrea che a Terracina sta facendo il prete in tutti i sensi...”, annotano i carabinieri).

Basta con questa pagliacciata - gli dice l'amico – Torna”. “L'avvocato - risponde Giampiero - dice aspetta che finiamo le indagini. Tanto poi dopo faremo mettere noi i titoloni grandi (...) Che poi avessi fatto entrare qualcuno in casa. È quello che mi distrugge. Avessi fatto come tanti che vanno in discoteca pure travestendosi, non ho fatto niente (...) Casa e chiesa, chiesa e casa".

Prosegue l'amico Andrea: “Veramente ci stanno poi certi, tipo Caramia, che lo fanno proprio alla luce del sole e nessuno rompe i coglioni”. “Eh, no - dice don Peschiulli - Ma io l'ho scritto nella lettera. Eccellenza, di scandali, beh, cominci a guardare le altre parrocchie come Bozzano e altre parrocchie (...) Mo' basta”.

Cosa significa? “Peschiulli - scrivono i carabinieri in un'informativa - rimarcava più volte la circostanza che l'attuale vescovo, monsignor Caliandro, avesse preso provvedimenti nei suoi confronti e non invece verso gli altri preti del luogo, tra cui don Francesco Caramia, che si erano resi responsabili di comportamenti gravi e censurabili, citando anche i “viaggi con i ragazzini” noti al pubblico.”

Dunque, dal 2014, don Francesco Caramia sarebbe rimasto al suo posto fino alla denuncia del pediatra del chierichetto, alla nuova indagine e alla condanna della Corte di Cassazione che ha messo fine al capitolo degli abusi sessuali da lui commessi.