Cronache
Regeni, tre anni dopo nessuna verità. Il governo alza la pressione sull'Egitto
Tre anni dopo l'inchiesta per scoprire la verità sull'omicidio di Giulio Regeni sono a un punto morto. Il governo alza la pressione sull'Egitto
Tre anni dopo l'inchiesta per scoprire la verità sull'omicidio di Giulio Regeni sono a un punto morto. I pm italiani hanno messo sotto indagine 5 agenti dei servizi segreti egiziani ma ora, senza la collaborazione de Il Cairo, non si può fare molto di più. Tocca alla politica. E il governo Lega-M5s alza la pressione sull'Egitto.
Regeni, Fico: inaccettabile stallo da parte dell'Egitto
Nel giorno in cui invia una lettera ai presidenti dei Parlamenti dell'Ue per chiedere "che ci aiutino a trovare la verità" sull'assassinio di Giulio Regeni, il presidente della Camera Roberto Fico non nega il mantenimento di "rapporti consolidati" con l'Egitto ma ribadisce, in un'intervista alla Stampa a tre anni dal ritrovamento del corpo del ricercatore italiano torturato nel paese nordafricano, che a chiedere verità per Giulio, oltre alla famiglia, "c'è uno Stato". "I magistrati della Procura di Roma che seguono il caso Regeni avevano già comunicato questo stallo al rientro dal Cairo qualche settimana fa", afferma Fico, che domani sarà a Fiumicello, il paese natale dove Giulio verrà ricordato. "Ed è per questo che hanno preso la decisione di iscrivere cinque ufficiali egiziani nel registro degli indagati. Un atto forte, che come istituzioni dobbiamo interpretare e raccogliere, dando alla Procura tutto il nostro sostegno. Questo stallo non è più accettabile". "Posso assicurarvi che Luigi Di Maio vede il caso Regeni esattamente nello stesso modo. Sarà lui, insieme al governo, a fornire risposte sullo stato dell'arte delle relazioni fra Italia e Egitto", afferma Fico.
Regeni: Salvini, continuiamo a chiedere giustizia
"Ho fatto quello che hanno fatto anche gli altri colleghi, chiedere giustizia, e continueremo a chiederla. E' il primo dossier che abbiamo portato sul tavolo della presidenza egiziana". Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini risponde cosi' in conferenza stampa ad una domanda sul caso del ricercatore italiano Giulio Regeni, torturato e ucciso in Egitto. "Non fatemi fare il magistrato", aggiunge con riferimento alla scarsa collaborazione del Cairo, "conto sul buon lavoro dei magistrati italiani e di quelli egiziani. Sono fiducioso".