Cronache

Decreto Ristori: "16.000 lavoratori dello spettacolo attendono una risposta!"

di Alessandro Grandi

L'intervista di affaritaliani.it a Sabina Di Marco (SLC-CGIL): “La categoria sta soffrendo un profondo disagio. I ristori da 1.000 euro al mese servono subito"

Una delle categorie che ha più sofferto in questo ultimo anno di pandemia è quella dei lavoratori del settore dello spettacolo. Attori e maestranze, ma anche tecnici, truccatori, scenografi e musicisti, tutti colpiti dalla chiusura di cinema e teatri. Il danno è stato enorme. affaritaliani.it ne ha discusso con Sabina Di Marco, Segretaria nazionale e responsabile Area Produzione dei Contenuti Culturali di SLC-Cgil.

Dottoressa Di Marco, a che punto siamo?
Siamo in attesa del decreto ristori. Ci aspettiamo non meno di quanto è stato erogato fino a ora e la possibilità di farlo in tempi brevi. Purtroppo, la farraginosità con cui vengono erogate queste indennità è uno dei grandi problemi che abbiamo avuto. E' chiaro che l'Inps si è trovata di fronte ad una macchina organizzativa complicatissima, ma di fatto alle persone arrivano con molto ritardo. Adesso c'è la necessità di fare qualcosa che abbia come caratteristica l'efficienza e quindi che ci sia la possibilità di avere i ristori in modo veloce. E che, come ho già detto, non possono essere inferiori a quelli già percepiti fino a oggi

A quanto ammontano i ristori per il settore?
Siamo intorno ai mille euro al mese a persona. La cosa importante è dare copertura al pregresso e magari in un'unica soluzione. Quindi se consideriamo che sono fermi da dicembre e che oggi siamo a marzo, dire non meno di tremila euro

Quante persone impiega il settore?
Circa sedicimila lavoratori. Ovviamente non parliamo solo degli attori in senso stretto, ma dell'intero sistema, dai tecnici agli artisti

Quindi i ristori sono urgenti.
Sì, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori del settore dello spettacolo dal vivo che sono completamente fermi e non sanno nemmeno se ci sarà una riapertura. Insomma, è evidente che ci sia la necessità di avere un sostegno per questo periodo

Quali sono state le lamentele da parte dei lavoratori a parte i ritardi dei ristori e l'assoluta mancanza di certezze per le riaperture?
Queste sono professioni nelle quali l'esercizio è una parte fondamentale. Non lavorare significa non esercitarsi, significa perdere tutta una serie di abilità. Sono professioni dove la partecipazione emotiva è molto forte, è un processo di identificazione con il lavoro. Fare l'attore significa essere un attore. Non lavorare, non esercitarsi, vuol dire "non essere". E, purtroppo, sta avvenendo già da un lungo periodo

Previsioni per il futuro?
Non si possono fare previsioni per il futuro, adesso. Il settore dello spettacolo è diversificato. Ad esempio nel cine-audiovisivo la produzione sta andando avanti. Si produce anche se non si distribuisce. I set sono attivi e si lavora. Anzi, le dirò che si lavora di più che in passato perché sono aumentate le richieste da parte delle piattaforme, ma è lo spettacolo da vivo che è in grave sofferenza e sta passando una condizione di profondo disagio. Tutto questo nonostante i protocolli di garanzia della salute che abbiamo posto in essere.