Cronache
Sabrina Soster, una storia assurda. Rivuole sua figlia, finisce ai domiciliari
La bambina le è stata tolta su segnalazione dei servizi sociali. La Soster ha provato a vederla ed è stata accusata di stalking
Cerca di riprendersi sua figlia che il Tribunale dei Minori di Roma le ha sottratto. La incontra nonostante il divieto di farlo. Per questo viene arrestata e messa ai domiciliari per stalking. E' la storia incredibile di Sabrina Soster.
Ha lasciato da anni un uomo violento, le hanno tolto la figlia, è stata denunciata e posta ai domiciliari per non averlo accettato, e per questo non ha più di che sostentarsi né un tetto sulla testa. Sembra un'incredibile storia di sfortuna presa da una fiction strappacuore. Ma è tutto vero e appare piuttosto un esempio sconcertante di accanimento da parte delle Istituzioni quel che è accaduto alla Soster. La vicenda va in scena a Priverno, provincia di Latina. Sua figlia di 10 anni, Ylenia, è attualmente ospitata da una casa famiglia su ordinanza del Tribunale dei Minori. La Soster è agli arresti domiciliari dallo scorso 16 febbraio, accusata di stalking nei confronti della bambina. Ma poiché non ha reddito a breve non avrà nemmeno più una casa, e dovrà andare in carcere.
Tutto accade a causa delle accuse che la stessa donna spiega così sul suo account Facebook: “Sono agli arresti domiciliari, in seguito alla denuncia per stalking a mia figlia fatta dalla sua tutrice, perché ho dimorato da settembre a dicembre a Priverno, pur di salutarla ad entrata ed uscita di scuola e dimostrarle che sua madre non l’ha abbandonata”. Insomma ha visto la figlia nonostante il fatto che, in seguito alla richiesta della tutrice, che non gradisce questa sua lotta, il Tribunale dei minori di Roma le avesse vietato incontri e telefonate con la bimba. Ed è stalking.
La Via Crucis di questa signora comincia nel maggio del 2019: dopo la segnalazione delle insegnanti della scuola elementare, la piccola Ylenia attira l'attenzione degli assistenti sociali perché mostrerebbe disturbi oppositivi e comportamenti aggressivi in classe, nell'ambito di una situazione familiare aggravata dalla notevole conflittualità tra i genitori (che però non vivono più insieme da anni). La bimba, che è cardiopatica e soffre di una forma di autismo (ciò che secondo la madre spiegherebbe i comportamenti riscontrati), viene presa in carico dai servizi sociali e sottratta alla donna in modo coatto. La Soster non subisce la decisione e ingaggia una battaglia legale, finora vana, per riavere la bambina. Comincia ad accusare "il sistema degli affidi": "Su mia figlia le case famiglie guadagnano 9000 euro al mese", dice. Controversie di cui abbiamo già sentito parlare più volte.
Da allora la vita della Soster va avanti all'insegna di una sola missione: riprendersi sua figlia, non potendo mettere in campo nient'altro che amore materno e forza della disperazione. E' giunta anche al punto di dormire fuori dalla casa famiglia in cui vive Ylenia per mesi fino, appunto, allo stop imposto dalla misura cautelare nei suoi confronti. E il risvolto penale della sua vicenda innesca l'ultimo colpo: la donna non riceve più il reddito di cittadinanza da parte del Comune di Latina ed è in gravi condizioni di indigenza: sotto sfratto esecutivo per finita locazione il 15 aprile, se non troverà un'altra sistemazione, dovrà andare in prigione. Molte persone della zona hanno preso a cuore il suo caso, organizzato petizioni online. Ma quando la legge si mette contro di te, anche in un modo che molti non capiscono, le vie d'uscita sembrano inesistenti. Summum ius, summa iniuria.