Cronache

Caso Cecilia Sala, dal cambio di linea dei genitori alle minacce di Teheran. E quella frecciata a Meloni dal padre di Ilaria Salis

L'Iran starebbe utilizzando Cecilia Sala come "merce di scambio" ritenendo che l’Italia debba rilasciare Abedini in cambio della libertà della giornalista

di redazione cronache

Caso Sala, dal silenzio stampa dei genitori alle minacce iraniane

Il caso di Cecilia Sala, la giovane giornalista italiana arrestata a Teheran più di due settimane fa, sta mettendo a dura prova i già delicati rapporti tra Italia e Iran. L’arresto della reporter, de Il Foglio e Chora Media, è avvenuto senza un’accusa chiara se non quella di aver "violato le leggi della Repubblica Islamica", una giustificazione che non ha ancora convinto molti.

Sala è stata arrestata a Teheran il 21 dicembre 2024, dopo essere stata trattenuta dalle autorità iraniane mentre si trovava nel Paese per motivi di lavoro. Le circostanze del suo arresto sono ancora molte vaghe, ma è emerso che la sua detenzione potrebbe essere legata alla vicenda di Mohammad Abedini, ingegnere iraniano arrestato a Milano il 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti, che lo accusano di aver partecipato a un attacco con droni in Giordania, nel quale sono morti tre soldati americani.

Secondo fonti italiane, l'Iran starebbe utilizzando Cecilia Sala come "merce di scambio", ritenendo che l’Italia debba rilasciare Abedini in cambio della libertà della giornalista. La posizione iraniana è stata chiara: il governo di Teheran ha minacciato che, qualora l’Italia non accogliesse la richiesta di liberazione di Abedini, i rapporti tra i due Paesi si deterioreranno ulteriormente. Il governo iraniano ha avvertito che Roma non dovrebbe permettere che la politica degli Stati Uniti sugli ostaggi danneggi le relazioni bilaterali, mettendo in pericolo il futuro delle relazioni diplomatiche tra Italia e Iran.

In particolare, il funzionario del ministero degli Esteri iraniano Majid Nili Ahmadabadi ha dichiarato che la detenzione di Abedini da parte di Roma è un atto "illegale" e che l’Italia sta seguendo gli "obiettivi politici e ostili" degli Stati Uniti, prendendo parte alla "politica degli ostaggi". In questo contesto, la detenzione di Cecilia Sala appare più come una mossa da parte iraniana per esercitare pressione su Roma.

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La reazione della famiglia e l’appello al silenzio stampa

La famiglia di Cecilia Sala ha cercato di mantenere un profilo basso, consapevole che il dibattito pubblico potrebbe complicare ulteriormente le trattative in corso. In una nota ufficiale rilasciata nei giorni scorsi, i genitori di Cecilia, Elisabetta Vernoni e Renato Sala, hanno chiesto un "silenzio stampa" per non ostacolare il lavoro della diplomazia. La famiglia ha spiegato che l’intenzione era quella di evitare che i toni accesi del dibattito pubblico potessero rendere più difficili i negoziati tra Italia e Iran. La richiesta è stata fatta dopo che i genitori si sono consultati con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e con il sottosegretario Alfredo Mantovano, per definire una linea diplomatica che non alimentasse la tensione tra i due Paesi, e sopratutto dopo l'incontro della premier Meloni con la madre della giornalista.

Ma il messaggio della famiglia Sala non è bastato a scacciare le polemiche. Roberto Salis, padre di Ilaria Salis, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra, ha sollevato alcune critiche nei confronti del governo italiano. In un post sui social, Salis ha paragonato il trattamento ricevuto dalla famiglia Sala a quello avuto dalla sua. In particolare, ha accusato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di aver ricevuto i familiari di Cecilia Sala in tempi rapidi, mentre lui stesso non aveva mai avuto un simile trattamento per il caso della sua figlia Ilaria, né aveva ricevuto un supporto analogo. Le parole di Salis hanno alimentato il malcontento.

Quanto ad Abedini il 15 gennaio 2025 si terrà l'udienza di appello a Milano per decidere se dovrà continuare a restare in carcere o se potrà essere posto agli arresti domiciliari in attesa del processo di estradizione. La Procura generale di Milano ha già espresso un parere contrario alla concessione degli arresti domiciliari, sostenendo che l’uomo debba rimanere in custodia in attesa dell'estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato di cospirazione e supporto materiale al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica (IRGC),  Nel frattempo, anche Abedini ha espresso solidarietà a Cecilia Sala. Dal carcere di Opera, dove è detenuto, ha fatto scrivere dal suo avvocato un messaggio in cui afferma di pregare sia per lui che per la giornalista.