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Saman Abbas, padre estradato in Italia. Pm: "Confermata la nostra credibilità"

Di Redazione Cronache

L’uomo, accusato dell'uccisione della figlia avvenuto nel 2021 a Novellara è stato estradato dal Pakistan

Caso Saman, il padre Shabbar estradato è in carcere in Italia. Verrà trasferito in Emilia Romagna per il processo

Shabbar Abbas è atterrato nella notte a Ciampino. L’uomo, accusato dell'omicidio della figlia Saman avvenuto nel 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, è stato estradato dal Pakistan in Italia. L'uomo ha viaggiato a bordo di un Falcon 900 dell'Aeronautica militare. 

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Sbarcato dall'aereo - durante il volo non ha detto una parola - Shabbar Abbas, preso in consegna dalla polaria di Ciampino, è stato trasferito in un carcere romano in attesa della definitiva traduzione in una casa circondariale emiliana a disposizione dell'autorità giudiziaria di Reggio Emilia. 

Per la morte di Saman sono già a processo a Reggio Emilia lo zio e due cugini, mentre il padre ha partecipato alle udienze più recenti in videocollegamento dal carcere di Islamabad: il suo arresto risale al novembre scorso. La madre risulta ancora latitante. 

 

 

 

 

Saman, il procuratore di Reggio Emilia: “Estradizione del padre Shabbar insperata, significa che il nostro sistema è credibile”

L’estradizione del padre di Saman, Shabbar Abbas, rappresenta “un esempio di perfetta funzionalità e anche di credibilità del sistema giudiziario e istituzionale italiano“ ha detto il procuratore di Reggio Emilia Gaetano Calogero Paci in conferenza stampa dopo l’arrivo a Ciampino. “Significa che il sistema giudiziario italiano gode di credibilità anche in un Paese come il Pakistan“, ha detto Paci, ricordando le grandi difficoltà della procedura. “Come ricordato ieri dal ministro Nordio, si è svolta in totale assenza di normativa bilaterale di riferimento tra i due Paesi, che potesse fungere da base di sostegno per interlocuzioni internazionali in materia di cooperazione giudiziaria con il Pakistan”.

L’approccio da seguire doveva essere “improntato a quella che viene definita cortesia internazionale, che ha bisogno di comportamenti concreti, di uomini in grado di comprendere il senso di questo approccio con un Paese che è caratterizzato da un ordinamento giuridico completamente diverso dal nostro e un sistema valoriale completamente diverso. Le difficoltà sono state di gran lunga superiori rispetto all’aspettativa concreta di ottenere risultati”. Tutta la procedura ha avuto rinvii, “inciampi, stop and go, che non facevano sperare in un risultato con tempi tutto sommato celeri“.