Sprangate fuori dal ristorante, 'vai via sporco negro'
Doveva essere una piacevole serata, una cena con la moglie calabrese, incinta, e la suocera per festeggiare il Ferragosto. Ma per un dominicano e i suoi familiari si e' trasformata in un incubo, aggredito a calci, pugni e sprangate al grido di "negro di m.. Risali in macchina e vai via che qui in Calabria i negri non sono accettati". Un'aggressione avvenuta, secondo la denuncia dell'uomo, all'esterno di un locale a Falerna, nel Lametino, dove aveva trascorso la serata e conclusa con diverse ecchimosi ed una frattura per la suocera. L'uomo, all'indomani, dopo le cure in ospedale, si e' presentato agli agenti del Commissariato di Lamezia Terme della Polizia di Stato per denunciare quanto accaduto. Ha raccontato di essere andato a cena in un ristorante di Falerna dove un presunto cameriere avrebbe avuto un atteggiamento ostile per via di alcune lamentele su delle pietanze servite durante la cena. Dopo avere pagato il conto, l'uomo e' uscito per avvicinare l'auto al locale e far salire la moglie incinta e la suocera. Secondo quanto riferito dalla vittima alla polizia, due persone si sarebbero avvicinate urlandogli le frasi razziste e iniziando a colpire a pugni i finestrini della vettura. Sceso per verificare i danni, l'uomo e' stato affrontato dai due ai quali si sarebbe aggiunto il "presunto" cameriere con un bastone in mano. L'ultimo arrivato gli avrebbe intimato di andarsene e poi, si sarebbe rivolto ad un cittadino extracomunitario che era presente, intimandogli di cacciare via "questo negro di m." che "non puo' fare come a casa sua, qui siamo in Calabria, picchialo". Obbedendo agli ordini ricevuti l'extracomunitario avrebbe iniziato a prendere a pugni la vittima mentre al gruppo si univano il presunto cameriere e le altre due persone continuando a sferrare calci e sprangate. Altri colpi hanno raggiunto la suocera dell'uomo che era accorsa a difesa dell'aggredito. Dopo avere ricevuto la denuncia dell'uomo, gli investigatori del Commissariato lametino si sono messi subito al lavoro e, secondo quanto si apprende, avrebbero gia' imboccato la strada buona per arrivare all'identificazione degli aggressori.