Cronache
Stadio della Roma: Pallotta non molla ma pare una impresa disperata
Pallotta -come già accaduto- minaccia di andarsene se non si fa lo Stadio. La Raggi dice che non c'entra niente.
Partiamo dalle parole del bravo procuratore aggiunto Paolo Ielo che hanno scatenato un vero e proprio tsunami intorno alla vicenda dello stadio della Roma che cuba circa un miliardo di euro:
Paolo Ielo: "'La Roma non c'entra nulla con tutta questa vicenda. Sono 16 gli indagati, 6 di questi sono in carcere, 3 ai domiciliari. Il reato contestato è corruzione continua nel tempo e nello spazio del gruppo Parnasi. Corruzione sistemica. Il tutto nasce da indagine su Sergio Scarpellini e Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca Raggi. I privati sono la parte forte del versante della corruzione: è un fatto poco comune, perché quelli del versante pubblico sono ai domiciliari, quelli del versante privato sono in carcere. Le informazioni più importanti arrivano dalle intercettazioni ambientali di Parnasi. E poi da quelle telefoniche".
Insomma, proprio il giorno dopo la chiusura del periodo di ricezione delle pubbliche osservazioni (31 per la cronaca) sul progetto dello stadio di Roma a Tor di Valle, nel quadrante sud di Roma, si è abbattuta una inchiesta di proporzioni epocali che potrebbe mettere fine al progetto o comunque comporterà gravi ritardi e comunque un danno di immagine notevole.
La vicenda è nota: il presidente della AS Roma l’americano James Pallotta si è incapricciato di fare a tutti i costi lo stadio della squadra di calcio in un’area molto sconsigliata, anche istituzionalmente, per gravi problemi idrogeologici essendo a pochi metri dal fiume Tevere e ad un suo affluente, il Fosso di Decima, noto per le esondazioni; un’area e gravata, oltretutto, da un forte traffico, con infrastrutture fatiscenti risalenti all’epoca fascista.
Per mitigare il prevedibile disastro sul traffico sono previsti inizialmente due ponti: quello dei Congressi a carico dello Stato e quello di Traiano che inizialmente a carico del privato è stato scaricato sullo Stato, senza peraltro alcun finanziamento mentre sono saltate tutte le opere infrastrutturali inizialmente previste.
Il braccio destro di Parnasi dice ad un collaboratore che faceva notare che ci sarebbero stati ingorghi giganti, “tienilo per te”, con sommo disprezzo delle conseguenze per chi abita e lavora nella zona (cosa riportata nell’ordinanza del Gip).
Chi non ricorda anche il coinvolgimento diretto e inappropriato dello stesso simbolo della squadra. Francesco Totti che si impegnò a lanciare l’hastag #famolostadio?
Il progetto, come noto, inizia nel 2012 sotto la giunta Alemanno e prosegue con quella Marino e trova una iniziale fermissima opposizione proprio da parte del Movimento Cinque Stelle che tramite i suoi vertici romani, gli allora consiglieri comunali Virginia Raggi e Marcello De Vito che definiscono l’opera inutile e dannosa, una colata di cemento.
Poi la Raggi diventa sindaco di Roma e De Vito Presidente del Consiglio comunale e inizialmente continua l’opposizione al progetto fino a quando ad un certo punto, Pallotta dimezza le cubature (ad hoc sovrabbondanti) e il miracolo si compie: la Raggi si converte al progetto e ne diventa una fan fino ad arrivare l’altro ieri ad un post su Facebook in cui glorifica il progetto stesso e ne indica l’inizio della fase finale.
E pensare che lo stesso Grillo saggio aveva detto: “Se lo stadio si fa in una zona non a rischio esondazione del Tevere è meglio”.
La trattativa tra Comune di Roma e il costruttore Parnasi viene affidata a Luca Lanzalone, scelto da Grillo e dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, uno che risolve i problemi per il M5S ed infatti, secondo l’accusa, viene corrotto con false consulenze da 100.000 € ed un ufficio nel centro di Roma. Lanzalone verrà ricompensato dal M5S con la Presidenza di Acea.
I Cinque Stelle dunque mutano opinione a 360 gradi e chi dissente viene prima sospeso e poi buttato fuori dal movimento come Cristina Grancio, ex consigliera M5S ora nel misto o l’ex assessore all’urbanistica Paolo Berdini.
Nel frattempo, anche Roberta Lombardi che era una grande avversaria del progetto definito “una colata di cemento” si tace.
Dalle carte si legge che la ex deputata Roberta Lombardi ha incontrato il costruttore e proprietario dei terreni Luca Parnasi che ha avuto contatti anche con De Vito che è della sua “corrente”.
Un fedelissimo della Lombardi, il capogruppo dei Cinque Stelle in Campidoglio, Paolo Ferrara è indagato e la procura scrive che il costruttore “avvia, un’attività di promozione in favore del candidato M5S Roberta Lombardi che “rafforza i suoi legami con Ferrara e con De Vito che gli hanno avanzato tale richiesta, ricoprendo rilevanti incarichi nell’ambito dell’amministrazione capitolina.”.
Oggi la Lombardi smentisce questa attività di promozione attaccando Lanzalone che -a suo dire- cercava di convincere i grillini a cambiare idea sullo Stadio.
La Raggi invece esterna: “Se è vero quello che leggo sono stata tradita di nuovo”, riferendosi a Lanzalone che gli sarebbe stato imposto e dice di essere del tutto estranea alla vicenda.
In tutto questa apocalisse James Pallotta, il presidente Usa da sempre a “zero tituli” non solo non si rassegnava, ma rincarava la dose dicendo che il progetto va avanti.
Pallotta in tanti anni di AS Roma non solo non ha vinto nessuno titolo, ma si è contraddistinto per la vendita dei pezzi migliori ad ogni fine stagione per fare cassa ed anche questo anno è successo con Radja Nainggolan e forse il portiere Allison.
Tempo fa Pallotta, che si è anche contraddistinto per un non proprio rapporto idilliaco con i tifosi, disse che se lo stadio non si faceva lui se ne andava, dimostrando così tutto il suo attaccamento ai colori giallo-rossi. Concetto, del resto, ripetuto anche ieri quando ha detto ai giornalisti che se il progetto dello stadio si ferma lui se ne va. Da notare come lo stadio non diverrebbe proprietà della AS Roma, ma solo di Pallotta che lo affitterebbe alla società calcistica che non ne diverrebbe affatto la proprietaria, come si sente spesso dire in giro.
D’altro canto il dipartimento Urbanistica del Comune di Roma ha spedito una richiesta di chiarimenti alla società del costruttore che dovrà nominare un curatore fallimentare per Eurnova e nel frattempo l’iter è sospeso.
Il procuratore Ielo è stato chiaro: la As Roma non c’entra, ma -aggiungo io- sarebbe stato bene che avesse vigilato con attenzione proprio per non compromettere il progetto.
Pallotta dovrebbe capire che in questa situazione incandescente sarebbe meglio che si prendesse una pausa di riflessione magari pensando di più ai risultati della squadra e di meno agli affari perché i tifosi e i cittadini non sono completamente allocchi.