Cronache
Stipendio fermo, dipendente fa causa all'azienda ma è in congedo dal 2008
Il dipendente IT ha fatto causa a Ibm per discriminazione al fine di negoziare un aumento di stipendio, che però gli è stato negato
Dipendente disabile fa causa all’azienda Ibm: la storia
Lo stipendio di un dipendente inglese era “bloccato” da 15 anni, così ha deciso di portare in causa la sua azienda per discriminazione. È la storia di Ian Clifford, uno specialista IT senior per la società Ibm, come riporta il Mirror. Il lavoratore percepiva circa 54mila sterline l’anno, ma a un certo punto ha ritenuto non fosse un equo compenso. Così si è rivolto al tribunale di Reading, nel Berkshire, per cercare “giustizia” ma l’esito è stato del tutto inaspettato.
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La storia di Ian Clifford, l’iter e l’accordo lavorativo tra le parti
Ian Clifford lavora per Ibm da molto tempo. Tutto è iniziato nel 2000 quando, dopo gli studi al King's College di Londra inizia a lavorare per Lotus Development, prima che fosse acquisita da Ibm. Poi, nel settembre del 2008, va in congedo per malattia e rimane senza lavoro fino al 2013. Decide infatti di presentare un reclamo, nel quale si lamenta di non aver ricevuto un aumento di stipendio né le ferie pagate per il periodo di cinque anni. Così nell’aprile dello stesso anno - quando l’It specialist aveva circa 30 anni - è stato raggiunto un “accordo di compromesso” e le sue denunce sono state appianate inserendolo nel piano di invalidità dell'azienda. Il piano prevede che una persona che non è in grado di lavorare, non venga licenziata ma rimanga dipendente senza “obbligo di lavoro” e percepisca il 75% della retribuzione concordata fino al recupero, al pensionamento o al decesso.
Di conseguenza, nel caso di Clifford, lo stipendio concordato era di 72.037 terline, per cui dal 2013 sarebbe stato pagato 54.028 sterline all'anno al netto della detrazione del 25%. Il piano è stato fissato per più di 30 anni, fino al raggiungimento dell'età pensionabile di 65 anni, dunque per un totale di oltre 1,5 milioni di sterline.
Il dipendente malato perde perché in congedo
Clifford ha ritenuto che il trattamento pattuito non fosse “abbastanza vantaggioso”, per via dell’inflazione che nel tempo avrebbe svalutato la sua busta paga. Il giudice però non è stato dello stesso parere e ha respinto l’istanza, motivando la decisione in quanto ha considerato il “beneficio molto consistente" e il trattamento “di favore”. MA il dipendente non si è arreso e a febbraio 2022 ha deciso di portare nuovamente in tribunale l’azienda, accusandola di discriminazione per via della sua disabilità. Anche stavolta, nulla di fatto. Il giudice del lavoro infatti ha archiviato il suo caso: “I dipendenti attivi possono ottenere aumenti di stipendio, ma i dipendenti inattivi no, è una differenza, ma non è, a mio giudizio, un danno causato da qualcosa derivante dalla disabilità”.