Storace: "Global Compact, panico nel governo. Meloni fa ammattire tutti"
L’Italia nel pallone. Che non è solo una trasmissione radiofonica, ma l’ineguagliabile pantomima in corso a Palazzo Chigi sul global compact
di Francesco Storace
L’Italia nel pallone. Che non è solo una trasmissione radiofonica, ma l’ineguagliabile pantomima in corso a Palazzo Chigi sul global compact, il devastante patto internazionale promosso dall’Onu sull’immigrazione senza regole.
Ricapitolando: Fratelli d’Italia è la sola formazione politica a picchiare come un fabbro sul rischio di sottoscrizione da parte del nostro governo di un accordo che minerebbe i confini nazionali. Da settimane Giorgia Meloni chiede una presa di posizione per evitare la firma dell’Italia al vertice convocato a Marrakech dalle Nazioni Unite i prossimi 10 e 11 dicembre. E ieri i colpi di scena a ripetizione.
Fuori dal Palazzo una manifestazione di Fdi; all’interno la miccia scatenata da un ordine del giorno della destra, con le prime firme di Andrea Del Mastro, Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida per dire formalmente no al Global compact. Il governo fa pollice verso e lo fa bocciare; poi si alza Salvini e dice alla Camera che il governo firmerà solo se il Parlamento lo autorizzerà.
Apparentemente una buona cosa, ma la Camera aveva appena bocciato un ordine del giorno anche col voto (incredibile) dei deputati leghisti. Il bello, però, doveva ancora venire.
Salvini: “Comunque io sono contro il global compact” (ma i suoi deputati avevano appunto votato contro chi è contro…). Poi scrive il grillino Brescia: “Ci mancherebbe altro, noi siamo favorevoli”. Infine, il premier Conte. “All’Onu sono stato a favore, rimango a favore, ma potrei anche essere contrario”. Un classico, granitico forse.
Mettiamo i tasselli a posto. Grazie al casino mosso da Fratelli d’Italia, intanto il governo diserterà Marrakech. Emergono contraddizioni gravissime nell’esecutivo. Salvini manterrà sicuramente la posizione contraria, ma se non ottiene un allineamento dai compagni di complemento a Cinque stelle, la maggioranza parlamentare rischia di essere a favore del Global compact, visto che il premier – il suo premier – ha una posizione che è assolutamente in sintonia con Pd e Leu… Bonino e Boldrini battono le manine.
Se i grillini rimangono sulle loro posizioni, sconfessando nella sostanza tutto quello che ha fatto il governo sul contrasto all’immigrazione clandestina, a Salvini non resta che far cadere un governo a sinistra persino su una materia così scottante.
Potrebbero escogitare l’ipocrita fuga dall’aula – si vocifera già nei corridoi parlamentari – da parte dei Cinque stelle, oppure una coraggiosissima astensione di massa. Comunque, l’unico a uscire certamente scornato sarà proprio Conte, che dovrà spiegare nel mondo come fa a restare al suo posto un capo di governo che all’estero prende una posizione e in Patria se la deve rimangiare pur di restare sulla cadrega.
La girino come vogliono, si dovrà votare su una mozione, che al momento resta solo quella contrarissima di Fratelli d’Italia. Poi, se ne aggiungeranno altre, ma è anzitutto la Lega a dover decidere la strada da seguire.
Coerenza e governo rischiano di andare in collisione.
Si prosegua la mobilitazione nelle piazze e il global compact farà la fine dello ius soli. E Giorgia Meloni meriterà un applauso per la tenacia.
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