Cronache
Strage Calenzano, l’impianto Eni resterà chiuso per 2 mesi
Si indaga per omicidio colposo plurimo e crollo doloso di costruzioni
Strage Calenzano, l’impianto Eni resterà chiuso per 2 mesi
La procura di Prato ha assegnato 60 giorni di tempo ai consulenti incaricati di consegnare una relazione sul deposito Eni di Calenzano (Firenze), dove una settimana fa una tremenda esplosione ha causato cinque morti e 26 feriti.
La stessa Procura toscana che sta indagando sulle cause dell’incidente e sui motivi che avrebbero indotto la perdita che avrebbe poi determinato lo scoppio durante le operazioni di carico ha posto il deposito sotto sequestro: non è stato trovato esplosivo, quindi è stato escluso che l'esplosione sia da attribuire ad un possibile sabotaggio.
In virtù del tempo che servirà per approfondire le indagini, dunque, l'impianto resterà sotto sequestro e rimangono interrotte tutte le attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione di carburanti e altri prodotti petroliferi gestiti.
Strage Calenzano, il giorno della superperizia. Si valuta l'incidente probatorio
A distanza di una settimana dalla strage di Calenzano, l'esplosione costata la vita a 5 persone e il ferimento di altre 26, si entra in una fase cruciale per accertare eventuali responsabilità, oggi scatta la superperizia della Procura. Ieri anche il Papa ha mandato un messaggio ai familiari delle vittime dicendosi "vicino in questo momento di dolore". Ora però bisogna andare a fondo in questa drammatica vicenda. Servirà una perizia sull'impiantistica strutturale del deposito Eni. Un documento elaborato da specialisti che serva a stabilire le cause dello scoppio costato la vita a 5 operai e notevolissimi danni materiali nella zona di Pratignone. I risultati e le conclusioni della perizia sugli apparati industriali coinvolti nell'esplosione sotto indagine, una volta disponibili, verosimilmente potrebbero essere oggetto di un incidente probatorio nel prosieguo del procedimento.
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Intanto sono stati ultimati "gli accertamenti autoptici, odontoiatrici e sul Dna" delle salme che "hanno consentito di attribuire i resti umani alle persone decedute e verranno posti a disposizione dei loro cari" per i funerali. Il procuratore Luca Tescaroli afferma che "le delicate indagini in corso richiedono la massima riservatezza. L'ufficio è impegnato a svolgere le necessarie investigazioni per accertare prima possibile le eventuali responsabilità ove esistenti per fornire le necessarie risposte". Tescaroli con gli specialisti in impiantistica strutturale ha completato la compagine di consulenti tecnici ed esperti di materie diverse ottenendo le professionalità utili a definire "i molteplici profili di potenziali responsabilità".