Svelati i nomi dei vincitori del "Premio Creative Living" promosso dal Mibac
Sei progetti per rigenerare aree urbane periferiche, edifici dismessi, zone di verde pubblico non curato. Previste risorse finanziarie pari a 205 mila euro
Aree dismesse, edifici abbandonati, zone di verde non curato. Il Mibac svela i nomi dei sei progetti per la rigenerazione urbana delle periferie italiane che si aggiudicano il “Premio Creative Living Lab”, volto alla rivitalizzazione degli spazi interstiziali. Al bando, mirato a sensibilizzare i cittadini sui temi della riqualificazione territoriale, hanno partecipato 216 progetti, provenienti da associazioni, fondazioni e comitati che operano in campo culturale con il sostegno di stakeholder attivi sul territorio. Una commissione designata dal direttore generale, Federica Galloni (nella foto), ha individuato i sei progetti vincitori:
Fotografia di comunità e arte pubblica per la rigenerazione dei paesaggi quotidiani di Ceglie del Campo e Carbonara. Iteras, Centro di Ricerca per la sostenibilità e l’innovazione territoriale (Puglia, Bari, quartiere Ceglie del Campo e Carbonara): micro-interventi di riqualificazione dei paesaggi periferici caratterizzati dalla presenza di archeologia industriale, attraverso la condivisione delle conoscenze e la generazione creativa d’idee e pratiche, lungo un percorso in cui si intrecciano fotografia innovativa, arte pubblica e autocostruzione dello spazio urbano.
Creative lab Mantova, lo spazio dell'arte. Pantacon (Lombardia, Mantova, quartiere Lunetta): progetto volto a rafforzare il processo di apertura e integrazione nei confronti di giovani attraverso la leva della creatività nel campo delle arti e delle nuove tecnologie. Creazione di un centro polivalente per il quartiere Lunetta che includa laboratori sperimentali di fotografia urbana, discipline plastiche e pittoriche, arredi di riuso creativo, design tessile (ricamo, taglio, macramè etc. in strada) e decorazione superfici murarie degradate.
Il vuoto proprio, pratiche per l’attivazione dello spazio urbano assente. LAN_Laboratorio Architettura Nomade (Campania, Napoli): progetto sui vuoti urbani, luoghi marginali e invisibili all'interno del tessuto denso della città storica e sulle aree di sedime risultanti da crolli o demolizioni. L’obiettivo è avviare una riflessione collettiva sullo spazio urbano non costruito e di costruire con/per le comunità di riferimento un processo di rigenerazione urbana basato sull’attivazione di immaginari collettivi capaci di produrre, in questi spazi, interventi di arte/architettura, senza fare volume.
Start-Art,memoria in movimento. CRESM Centro di Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione (Sicilia, Trapani, Gibellina): il progetto vuole ricostruire la memoria della comunità di Gibellina colpita dal sisma del 1968, rafforzando i legami tra le persone e il senso di appartenenza, promuovendo l’inclusione e la coesione sociale. Il progetto ha l'obiettivo di creare una mappatura di foto storiche, coinvolgendo tutti gli abitanti nella ricostruzione di una memoria “dal basso”.
Upla-Lab! Urban playground, gioco e creatività per un welfare co-generativo. Kallipolis (Friuli-Venezia Giulia, rione Ponziana): è un processo laboratoriale con l’obiettivo di riattivare gli spazi residuali di Ponziana, in particolare tra residenze popolari Ater, costruendo attraverso il gioco del calcio le condizioni per la valorizzazione dei luoghi e una partecipazione più attiva alla vita di quartiere che possa portare all’autopromozione della comunità locale e a forme innovative di welfare co-generativo.
Link the bound. Il Ce.Sto, ass.di volontariato - Onlus (Liguria, Genova): il progetto individua il Molo quale uno dei poli strategici del centro storico di Genova e ha la finalità di dare all’area una capacità attrattiva propria e non marginale, di creare occasioni di convivialità attorno alla progettazione di un bene comune.
Tutte le iniziative contemplano il coinvolgimento delle comunità locali, la multidisciplinarietà delle professionalità impiegate, la possibilità di uno sviluppo a medio-lungo termine e l’utilizzo di metodi riproponibili anche in altri contesti.
“L’elevato numero di progetti presentati e la loro qualità -afferma Federica Galloni- dimostra la necessità avvertita da un gran numero di associazioni operanti sul territorio di attivare pratiche di micro-rigenerazione urbana attraverso processi culturali condivisi. Sono molto soddisfatta per il risultato raggiunto che dimostra la grande energia, creatività e talento di queste realtà che vanno stimolate e incentivate”.
Con questo bando il Mibac intende sperimentare una formula d’intervento nelle periferie italiane, intese come territori che vivono realtà di fragilità sociale, economica e ambientale, non necessariamente lontani dal centro fisico della città, che coinvolga diverse espressioni della creatività contemporanea nella rivitalizzazione urbana e socio-culturale del territorio e delle comunità. Per la realizzazione dei progetti sono stati messi a disposizione 205 mila euro con un massimo finanziabile di 34mila euro per ciascun soggetto proponente.
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