Cronache
Tito Boeri fa la lagna sulle "generazioni future" dalla Gruber

Tito Boeri, un elitario all'Inps
Tito Boeri è un rappresentante tipico della cosiddetta élite.
Modi forbiti, chioma argentata, figlio di un neurologo e di una architetta, laureato alla Bocconi dove è divenuto poi pro-rettore, PhD alla New York University, consulente del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale e, naturalmente, Presidente dell’INPS dal 24 dicembre 2014 per mano renziana.
Insomma, una famiglia che è tutta su Wikipedia, i due genitori e i tre figli, mica cavoli.
Ieri sera Boeri era di nuovo dalla Gruber per Otto e mezzo su La 7 e insieme al direttore de L’Espresso, Marco Damilano -in ambasce per non fare la stessa fine di Calabresi, stavano vivisezionando il governo, e specificatamente il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni, la cosiddetta “quota cento”.
Boeri, con il sorrisetto supponente del primo della classe, si divertiva a punzecchiare e, quando possibile, infilzare questi due importanti atti di riforma, tirando fuori un improbabile suo amore per le “generazioni future”, quelle di cui Woody Allen disse in una celebre gag: “Cosa hanno fatto per me le generazioni future?”.
Sono le “generazioni presenti” che sono nei guai, caro Boeri, non quelle future che hanno sempre la possibilità, stando appunto nel futuro, di mettere eventualmente, sempre in futuro, le cose apposto.
Boeri non accetta che la riforma sul reddito di cittadinanza sia andata a segno come quella delle pensioni e smania infastidito, cercando qualche punto dello specchio a cui aggrapparsi, ma non lo trova se non, appunto, in fumosi discorsi ideologici, sulle “generazioni future”.
Naturalmente Boeri è in scadenza è quindi dato per partente, e lui si lecca i baffi (che non ha) perché cadrà, come sempre fanno gli elitari, in piedi: tornerà al suo ruolo di docente ordinario all’Università, da dove potrà discettare ancor meglio delle “generazioni future”, intanto lui se ne sta al calduccio con buona pace delle “generazioni presenti” costrette nella miseria più nera.