Cronache
Naufragio a Palermo e trombe d'aria, Sottocorona: "Il Mediterraneo è una tanica di benzina, acque troppo calde"
Il meteorologo e istruttore di vela: "Un tempo colpivano una volta ogni cento anni, ora di trombe marine distruttive ce ne sono ogni anno"
Tragedia Palermo, l'esperto di meteo e vela spiega cosa è accaduto. "Quando si vede da lontano bisogna scappare"
La tragedia di Palermo, causata da una tromba d'aria che ha provocato morte e distruzione facendo affondare un veliero di 56 metri, fa emergere ancora una volta la questione climatica. Mentre si cercano ancora i 6 dispersi, tra cui il magnate inglese Mike Lynch e il presidente della Morgan Stanley Jonathan Bloomer, emerge un dato da non sottovalutare. Venerdì scorso l’Istituto di Scienze Marine di Barcellona ha certificato che il Mediterraneo ha battuto anche quest’anno il suo record di calore: 28,9 gradi di media giornaliera a Ferragosto. "Il mare caldo - spiega il meteorologo e istruttore di vela Paolo Sottocorona a La Repubblica - sembra piacevole, ma il calore dal punto di vista fisico è energia. Il Mediterraneo in questo momento è una tanica di benzina. Se ci metti un fiammifero, cioè una corrente di aria fredda come quelle di questi giorni, lui esplode. Passi una barca piccola, ma mai avrei immaginato un 50 metri affondato per il maltempo".
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"Ogni goccia d’acqua - prosegue Sottocorona a La Repubblica - contiene una quantità di energia, sotto forma di calore, in sé molto piccola. Messe insieme però hanno la forza di una valanga. Il Bayesian si è trovato per sua sfortuna sotto alla valanga. Più il mare è caldo, più sono forti. Le trombe d’aria più distruttive un tempo colpivano una volta ogni cento anni. Ora ne vediamo una o più per ciascun anno. Anche i modelli meteorologici fanno fatica a prevedere eventi così intensi. Per i modelli meteo un nubifragio che fa cadere 200 millimetri di pioggia in 24 ore è un evento estremo, e come tale viene preannunciato. Se poi, come è avvenuto in Emilia Romagna l’anno scorso, ne cadono 400, non c’è nemmeno la scala per misurarlo. Sappiamo prevedere gli eventi estremi, non quelli estremissimi, che non hanno neppure le parole adatte per definirli eppure fioccano sempre più spesso attorno a noi".