Cronache

Unar, con lo stop ai fondi è a rischio la casa per rifugiati Lgbt

Rischia di saltare l'apertura di una casa alloggio per persone transessuali in fuga da zone a rischio in seguito allo stop del bando Unar

Niente fondi all'Unar? Ecco le conseguenze

Rischia di saltare l'apertura di una casa alloggio per persone transessuali in fuga da zone a rischio in seguito allo stop del bando Unar al centro del servizio delle Iene che ha portato alle dimissioni del direttore dell'Ufficio antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio, Francesco Spano. A denunciarlo e' Cathy La Torre, responsabile dei progetti del Mit, Movimento italiano transessuali, associazione assegnataria insieme alla cooperativa Camelot di un co-finanziamento da 75mila euro (50mila la parte messa dalle associazioni) proprio per la realizzazione della casa - la prima di questo tipo in Italia, la seconda in Europa dopo Berlino.

A rischio la casa per rifugiati Lgbt

"Il primo aprile saremmo dovuti partire con la casa rifugio per richiedenti asilo Lgbt - ha detto La Torre, gia' capogruppo di Sel nel Consiglio comunale di Bologna - avevamo gia' aperto un canale umanitario con il Libano dove due persone sono in carcere per il loro essere transessuali e rischiano la morte. Ora noi non possiamo aprire la casa e non sappiamo dove sistemare queste persone. Poi ce ne sono altre dieci in lista d'attesa che sarebbero state inviate da altri hub italiani. Non sappiamo cosa succedera'. Vorrei che ad Adinolfi fosse chiaro, sono 75mila euro che aiutano persone a salvarsi la vita".

A rischio anche 23 milioni di fondi per persone povere e svantaggiate

La Torre ha poi ricordato come, nel caso in cui il sottosegretario Maria Elena Boschi non nomini al piu' presto un nuovo direttore dell'Unar sono a rischio tutti i 23 milioni di fondi Pon destinati a persone povere e svantaggiate ("cadranno se non vengono impegnati entro il 31 dicembre" ha detto). Quanto alla trasmissione delle Iene, dal cui servizio e' partita la vicenda, La Torre ha spiegato che "o vengono a Bologna a restituire la totalita' della notizia o noi del Mit ci andiamo a incatenare sotto la redazione fino a che non ci danno ascolto. Siamo inorriditi che questa equazione soldi pubblici prostituzione ci riguardi. Magari le Iene non volevano travolgere tutti, ma l'effetto e' stato questo e noi non ci stiamo ad essere travolti".