Cronache
Vittorio Emanuele III, la salma torna in Italia: verrà trasferita in Piemonte
Sara' trasferita in Piemonte, nella basilica di Vicoforte nel Cuneese, la salma di Vittorio Emanuele III, re d'Italia morto nel 1947
Savoia: salma Vittorio Emanuele III sara' trasferita in Piemonte
Sara' trasferita in Piemonte, nella basilica di Vicoforte nel Cuneese, la salma di Vittorio Emanuele III, re d'Italia morto nel 1947 in esilio ad Alessandria d'Egitto e li' sepolto da 70 anni. Lo rende noto lo stesso Santuario, all'indomani del trasferimento nello stesso complesso della salma della Regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele. Le spoglie della Regina sono state collocate nella cappella di San Bernardo, conosciuta anche come mausoleo del Duca, in quanto e' li' sepolto il duca Carlo Emanuele I, fautore della costruzione del santuario alla fine del '500.
L'iniziativa del rientro delle spoglie dei due Savoia, spiega il santuario, "presa dai familiari, risale come prima istanza al 2011, reiterata nel 2013, con la dichiarata disponibilita' del vescovo mons. Luciano Pacomio". In proposito e' intervenuta Maria Gabriella di Savoia, figlia di Umberto II, che ha ringraziato il presidente Mattarella "che ha permesso il trasferimento della slma in Italia", e si e' detta fiduciosa "che il ritorno in patria della salma di Elena di Savoia, la Regina amata dagli italiani, concorra alla composizione della memoria nazionale nel 70mo della morte di Vittorio Emanuele III e del centenario della Grande Guerra". Nella stessa cappella "accanto al loculo che ospita la Regina, e' stato anche ricavato quello che accogliera' la salma di re Vittorio Emanuele III. Per ora non si conosce la data di arrivo delle spoglie del sovrano": per questo la cappella "per adesso resta chiusa, in attesa che si realizzi appunto la traslazione del re". Le salme dei reali, sul trono dal 1900 al 1946, sono da decenni al centro delle polemiche, per le ripetute richieste dei familiari di una traslazione solenne al Pantheon, che gia' ospita i feretri di Vittorio Emanuele II e Umberto I.