Culture

“Vardo. Dopo la tempesta” tra atmosfere nordiche e stregoneria

di Chiara Giacobelli

In libreria un romanzo storico ambientato nell’estremo nord d’Europa, edito da Neri Pozza

Vardø è una piccola isola situata a nord-est della Norvegia, in quell’area che nel XVII secolo veniva chiamata Finnmark. Pur trovandosi sotto la giurisdizione del re della Danimarca-Norvegia Cristiano IV, lassù sembra di vivere fuori dal tempo e dal resto del mondo, in un ambiente estremamente rude e inospitale, dove la natura domina incontrastata. A Vardø non esistono etichette e cene di gala, domestiche e lustrini; tutti si dividono i compiti ai fini della sopravvivenza, in una sintonia costante con le forze naturali, che dettano le leggi della vita: il mare, i venti, la neve, il gelo, la luce e l’oscurità. Non a caso è proprio una terribile tempesta a dare origine al romanzo, tratto da una storia vera verificatasi nel lontano 1617.

Kiran Millwood Hargrave, pluripremiata poetessa, drammaturga e scrittrice britannica nota soprattutto grazie ai suoi libri per l’infanzia, esordisce nella narrativa storica con “Vardø. Dopo la tempesta”, un bellissimo libro edito di recente in Italia da Neri Pozza. Lo stile immediato e al contempo accattivante, lo spostamento del punto di vista da un personaggio all’altro, l’atmosfera nordica così suggestiva e la tensione costante generata da una trama ben consegnata fanno di questo romanzo un’opera molto piacevole da leggere, consigliata soprattutto a chi ama il nord Europa, con i suoi paesaggi incantevoli. Se ancora oggi quelle terre ci appaiono tanto aspre quanto ricche di fascino, immaginiamo come dovevano essere nel XVII secolo, quando danesi, inglesi e scozzesi vi si recarono con l’intenzione di piegare generazioni e generazioni di norvegesi e lapponi sotto il dominio della Chiesa cattolica.

La storia trae spunto da una forte tempesta che uccise tutti gli uomini dell’unico villaggio presente sull’isola di Vardø. Dapprima le donne si disperano per il loro atroce destino, poi si rimboccano le mani, soprattutto grazie a personaggi intraprendenti come Fru Kirsten; ma tutto cambia quando sbarcano sull’isola il sovrintendente Absalom Cornet e sua moglie Ursula. Sotto l’aspetto da gentleman e protettore, si nasconde un cacciatore di streghe noto in tutto il regno per le atrocità commesse contro giovani donne indifese. Tutti sanno che il vero intento del sovrintendente è quello di sterminare non soltanto i sámi, ma anche qualunque donna norvegese non completamente soggetta ai precetti cattolici; ne sono al corrente tutti tranne sua moglie Ursula, presa in sposa a Bergen e strappata all’adorata sorella malata, e gli abitanti di Vardø.

A poco a poco nel villaggio si inaspriscono i contrasti tra le donne, già messi a dura prova dalla tempesta, cosicché si verrà infine a creare una netta scissione tra le signore da kirke e quelle più libere, in cerca della propria indipendenza. Tra queste, vi è anche Maren, una giovane norvegese che ha da poco perso il promesso sposo nella tragedia; sarà lei a sostenere Ursula nei momenti difficili in quella terra straniera e tra le due si verrà a instaurare un legame sempre più forte.

Il romanzo della Hargrave mostra una spiccata capacità nel creare dei personaggi credibili, nessuno del tutto buono o cattivo, sebbene in alcuni passi del libro si arrivi a toccare gli estremi opposti di generosità e crudeltà. L’amore qui si fonde alla paura, alla solidarietà tra esseri umani, ma anche alla superstizione che trae forza dalla fede, trasformando i principi del cristianesimo in atti abominevoli senza alcuna giustificazione, indelebili tracce di vergogna nella nostra storia. Sono quindi proprio i passaggi dedicati alla caccia alle streghe, alle torture delle donne condannate, ai roghi e alla follia scatenata dal panico contro ciò che non si conosce a rendere grande questo romanzo: ne emerge chiaramente fin dove si può arrivare se accecati dalla diffidenza nei confronti dell’altro, del diverso, nonché la predisposizione di alcune razze e religioni a ritenersi superiori rispetto ad altre. Temi, peraltro, ancora molto attuali.

Definito dal Guardian “un formidabile romanzo storico… che ci mostra la paura patriarcale nei confronti della forza e della ragione delle donne”, “Vardø. Dopo la tempesta” affronta tematiche fondamentali come la violenza sul genere femminile e la misoginia, l’intolleranza nei confronti di tutto quanto non riusciamo a capire o a spiegare secondo i nostri parametri mentali e l’ottusità dimostrata dall’umanità in molteplici occasioni. Inoltre, racconta un episodio significativo del periodo noto per la feroce caccia alle streghe, dopo la pubblicazione del trattato sulla stregoneria “Daemonologie”, dato alle stampe da re Giacomo VI di Scozia e preso ad esempio dai maggiori re d’Europa da lì in avanti per molti anni.

Neri Pozza ci conduce quindi alla scoperta di un passato che non va dimenticato, poiché ha ancora molto da insegnarci, catturandoci con una storia dalle tinte intense e dai sentimenti sinceri, siano essi rivolti al bene, come anche al male più oscuro.