Culture

Diritto. Valore e tutela dei beni culturali. Il libro di Stefano Lombardi

Paolo Brambilla - Trendiest

Perché scrivere un volume di diritto dei beni culturali? Stefano Lombardi, avvocato cassazionista, docente all’Università Cattolica, parla di "futura memoria"

Il motivo principale di una simile scelta risiede nella esigenza di dar corpo ad una trattazione che esamini in dettaglio il concetto di bene culturale, la sua valenza e, soprattutto, l’esigenza di proteggerne la conservazione a futura memoria. L’Italia è un Paese che vanta importanti tradizioni culturali, fra le più importanti del pianeta, perché ha avuto l’opportunità di ospitare civiltà antichissime in un percorso storico che attraversa un po’ tutte le epoche della nostra storia. Si parte dalla preistoria, alle civiltà italiche, per arrivare alla civiltà greca e poi alla civiltà romana e ad altri periodi di grande splendore, come ad esempio il Rinascimento, che ha costituito un’epoca d’oro per la produzione di beni culturali, certamente fra i più ragguardevoli del mondo.

Il bene culturale

Il bene culturale diventa così il prodotto dell’ingegno umano e in particolare dell’ingegno italiano, con la funzione di trasmettere il passato alle future generazioni, permeando con la propria presenza lo spirito della civiltà, e di consentire a chi verrà dopo di noi di disporre di modelli e stili di vita nei più svariati campi dell’arte e della civiltà per poter meglio progettare il futuro. Si tratta quindi di trarre ispirazione dal passato per vivere il presente e per progettare il futuro. In tal modo il bene culturale – in quanto testimonianza del passato – diventa uno strumento propulsivo importantissimo per lo sviluppo dei popoli nonché per migliorare ed affinare l’intelletto, anche al fine di favorire nel modo migliore il progresso.

Tutelare i beni culturali

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È perciò fondamentale comprendere che tutelare i beni culturali significa sigillare e custodire il nostro passato additandolo ad esempio a modello per vivere il presente e per lasciare ai nostri figli la testimonianza di un passato illustre e lo spunto per creare modelli e stili di vita suscettibili di sostenere il nostro sviluppo. Va detto perciò che tutelare il bene culturale e valorizzarlo non significa soltanto conservare oggetti nei musei o recintare monumenti del passato ma significa calarsi nello spirito dei nostri antenati, in una mentalità ricca di cultura e di creatività, che consente di riconoscere e riconoscersi in una tradizione che ha reso grande una civiltà.

È questo il motivo per cui in genere la maggior parte degli ordinamenti giuridici di tutto il mondo si preoccupano di tutelare i beni culturali e di valorizzarne il contenuto. Qui il link ad Amazon

L'identità culturale

Radicare una identità culturale che possa in qualche modo essere trasferita ai posteri. Questo è lo scopo principale della tutela e della valorizzazione dei beni culturali. È evidente che in questo percorso ci sono Paesi fortunati che possono vantare il possesso di una gran mole di beni culturali, uno di questi è l’Italia, e paesi che non avendo testimonianze importanti del proprio passato ne fanno a meno, anche se poi tendono a costituire comunque un patrimonio di beni culturali attraverso l’acquisizione di beni da altri Paesi. L’abitudine di raccogliere testimonianze del passato con l’intento di conservarle affonda le proprie radici nei tempi più antichi. Ma ancor prima della mera finalità di raccoglierli, quello di collezionarli costituisce forse un fenomeno antropologico finalizzato a conservare le radici di un popolo con gli oggetti e le reliquie degli avi, con un costume che risale alla notte dei tempi e financo alla preistoria.

Stefano Lombardi

Stefano LombardiStefano Lombardi

"Definire perciò l’importanza dei beni culturali, delineare quelli che sono gli elementi che ciascuna comunità pone in essere per la loro protezione, approfondire il quadro giuridico che la comunità nazionale e internazionale fornisce per tutelare le testimonianze del passato e gli strumenti che vengono approntati valorizzare il patrimonio culturale sono stati gli stimoli che mi hanno indotto a scrivere un libro di diritto dei beni culturali e a pubblicarlo nel marzo 2021, con la casa editrice Cedam" spiega Stefano Lombardi. 

Il volume è anche destinato agli studenti universitari dei corsi di diritto dei beni culturali ed è questo il motivo dell’approfondimento, nel corso della trattazione di argomenti verosimilmente estranei alla materia in senso stretto, ma che possono definirsi presupposti conoscitivi per meglio comprendere taluni profili della materia.

Stefano Lombardi è Avvocato Cassazionista.
Insegna Legislazione Nazionale ed Internazionale dei Beni Culturali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sia nel Corso di Laurea Magistrale in Economia e Gestione dei Beni Culturali, sia nel Master di secondo livello in Museologia, Museografia e Gestione dei Beni Culturali.
È Presidente e coordinatore di Organismi di Vigilanza ex D. lgs. 231/01, ed ha pubblicato nel 2020 per Cedam Wolters Kluwer il Volume “Il Modello Organizzativo di gestione e controllo e l’Organismo di Vigilanza ex D. lgs. 231/01”.
È docente per il D. lgs. 231/01 nei Corsi di specializzazione e nei Master in diversi atenei italiani, tra i quali la Scuola Universitaria Superiore Sant'Anna di Pisa e all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
È relatore a convegni e congressi.

Per approfondimenti consultare il link:
https://docenti.unicatt.it/ppd2/it/docenti/36784/stefano-lombardi/profilo