Culture

Gentileschi, Calvino e The library at night: tre mostre imperdibili a Genova

di Chiara Giacobelli

Artemisia Gentileschi, Italo Calvino e The library at night: le esposizioni da non perdere

Genova Capitale Italiana del Libro 2023 offre contemporaneamente tre mostre di respiro internazionale pensate nell’ambito della letteratura e più in generale della cultura: da Artemisia Gentileschi a Italo Calvino, concludendo con la realtà virtuale di The library at night.  

Sono davvero molte le iniziative messe a punto dalla città di Genova in occasione del titolo di Capitale Italiana del Libro 2023: dalla presenza di importanti scrittori come Orhan Pamuk lo scorso 16 novembre alle tantissime proposte da parte delle biblioteche, sino al ricco programma di Palazzo Ducale per l’intera stagione, 2024 compreso, già presentato qui su Affaritaliani.it. In questo articolo vogliamo invece mettere a fuoco tre delle mostre che al momento sono presenti in città, tutte di respiro internazionale, da noi visitate e a nostro parere meritevoli di essere viste. Va detto che il 25 novembre l’inaugurazione della nuova esposizione Steve McCurry. Children, aperta fino al 10 marzo, ha apportato un innalzamento ulteriore del livello delle proposte messe in campo dal Comune di Genova e da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura. Dedicata ai bambini che il fotografo molto ama, è “un viaggio nell’infanzia per incontrare piccoli esseri umani che affrontano condizioni tanto diverse, ma che parlano un linguaggio in cui ciascuno può riconoscersi”. Torneremo a parlarne in seguito; per ora soffermiamoci sulle tre mostre da noi selezionate.

01 ARTEMISIA GIUDITTAArtemisia Gentileschi, "Giuditta e Abra con la testa di Oloferne", 1640-1645, olio su tela, cm 115x116.5, Terni, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, Collezione d’Arte

Artemisia Gentileschi. Coraggio e passione.

Questo il titolo completo della bellissima mostra inaugurata lo scorso 15 novembre presso l’Appartamento del Doge e la Cappella Dogale di Palazzo Ducale, a Genova. Alla serata di apertura la Sala del Maggior Consiglio si è riempita della cittadinanza, delle autorità e di personaggi illustri per raccontare al pubblico presente l’intento con cui una simile, magnifica mostra è stata realizzata. Si tratta, infatti, di un’esposizione importante che conta oltre cinquanta opere provenienti da tutto il mondo, molte delle quali firmate proprio da Artemisia Gentileschi. Insieme a lei, i personaggi che hanno incrociato la sua strada nel bene e nel male – dal padre Orazio allo stupratore Agostino Tassi –, oltre alle principali artiste donne sue contemporanee.

“Quando esposi per la prima volta il mio ambizioso progetto a Vittorio Sgarbi, mi disse che era una follia – ha raccontato il curatore Costantino D’Orazio, il quale si è avvalso della collaborazione di Anna Orlando – Volevo infatti parlare di questa grande artista da un punto di vista tanto personale quanto professionale. Sapevamo che altre mostre sono già state dedicate ad Artemisia in questi anni, ma noi intendevamo dare al tutto un taglio diverso”. Operazione riuscita, dal momento che la mostra non soltanto inserisce perfettamente la Gentileschi nel suo tempo e la mette in dialogo con i contemporanei, ma indaga anche il ruolo avuto dalla vicenda drammatica da lei vissuta nella sua formazione artistica. Ha detto a tal proposito Vittorio Sgarbi sul palco inaugurale: “Attraverso i suoi quadri Artemisia Gentileschi ha compiuto il più grande riscatto possibile nei confronti di Agostino Tassi, battendolo sul suo stesso campo e dimostrandosi ben più immensa di lui. In questo modo ha saputo sconfiggere il maschilismo e lanciare un messaggio che si è propagato per i secoli a venire, fino a noi”.

Inaugurazione mostra Artemisia
 

La mostra, visitabile fino al primo aprile, si articola in dieci sezioni, attraverso le quali il tratto e la personalità dell’artista emergono in maniera decisa. Si parte subito con un’opera tra le più celebri, Susanna e i vecchioni, con due versioni messe a confronto per dare un’idea della crescita che la Gentileschi ebbe dagli anni della giovinezza a quelli della maturità (i quadri sono rispettivamente del 1610 e del 1649 circa). Si prosegue quindi spostando il focus sul talento delle donne tra il Cinquecento e il Settecento, grazie a una serie di ritratti, scene e autoritratti – compreso quello della Gentileschi – che immortalano le contemporanee più illustri nei momenti salienti della loro vita: da Giovanna Garzoni a Properzia de’ Rossi, da Sofonisba Anguissola a Lavinia Fontana ed altre ancora. Allo stesso modo, Artemisia è messa in relazione con il padre Orazio e con Agostino Tassi, pittore prevalentemente di paesaggi. Disse di lei il suo controverso genitore: “Mi ritrovo una figliuola femina con tre altri maschi, e questa femina, come è piaciuto a Dio, havendola drizzata nella professione della pittura, in tre anni si è talmente appraticata, che posso ardir de dire che hoggi non ci sia pare a lei, havendo per sin adesso fatte opere, che forse principali Mastri di questa professione non arrivano al suo sapere”.

17 Santa Cecilia suona la spinetta e un angeloOrazio Gentileschi, "Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo", 1615-1621, olio su tela, 90x105 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria

Tra i suoi lavori più famosi troviamo esposti Giuditta e Abra con la testa di Oloferne, Cleopatra, Madonna con bambino, Maddalena, Betsabea al bagno, Sansone e Dalila, fino all’Annunciazione nell’ultima sala, sua prima commissione napoletana nonché uno dei suoi lavori più potenti. È centrale il tema della donna, quasi sempre in relazione all’uomo e ispirata da soggetti mitologici o dell’antichità: figure femminili che si contrappongono alla violenza bruta del maschio con il proprio candore, ma anche attraverso un’inaspettata capacità di vendetta. Da menzionare la splendida Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in cui Orazio Gentileschi ritrae Artemisia ancora bambina. Le sezioni mettono inoltre in evidenza il rapporto degli artisti in primo luogo con Genova e poi con le città in cui abitarono o che apprezzarono il loro talento, da Roma a Firenze fino a Napoli. Il percorso si chiude nella Cappella del Doge, che nella sua straordinaria bellezza è la location ideale per osservare dei video su cui scorrono le opere della Gentileschi.

Cappella del Doge

La mostra Artemisia Gentileschi. Coraggio e passione è promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Comune di Genova e Regione Liguria e rientra nell’ambito delle iniziative di Genova Capitale Italiana del Libro 2023. Main Sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, media partner Il Secolo XIX e mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale; l’esposizione rientra inoltre nel progetto L’Arte della solidarietà realizzato da Arthemisia con Komen Italia, charity partner della mostra. Unire l’arte con la salute, la bellezza con la prevenzione: è questa l’essenza di un progetto che vede il colore rosa della Komen Italia fondersi con i capolavori esposti. Nel concreto, una parte degli incassi provenienti dalla vendita dei biglietti verrà devoluta da Arthemisia per la realizzazione di specifici progetti di tutela della salute delle donne. Il catalogo, edito da Skira e a cura di Costantino D’Orazio, presenta i testi di Pietrangelo Buttafuoco, Riccardo Lattuada, Anna Orlando, Yuri Primarosa, Vittorio Sgarbi e Claudio Strinati.