Culture
L'ennesima polemica allo Strega non "scoraggia" gli editori romani... Retroscena
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di Antonio Prudenzano
su Twitter: @PrudenzanoAnton

Non c’è edizione dello Strega che non venga preceduta (e seguita) da polemiche, e anche la 67esima non sta facendo eccezione: l'autosospensione dalla giuria di Emanuele Trevi dopo ben 19 anni di permanenza, annunciata su Repubblica l'altro ieri, ha spinto "mezza editoria" italiana a commentare la scelta... E se (dalla Russia) Inge Feltrinelli all'Ansa ha parlato di "un premio un po' mafioso... in cui Mondadori detta legge", al Corriere della Sera lo scrittore e Amico della Domenica Antonio Scurati (che, come Trevi l'anno scorso, nel 2009 vide sfumare all'ultimo la vittoria allo Strega) ha dichiarato che anche nella cultura italiana "c'è bisogno di persone serie, che sappiano vincere ma anche perdere". E mentre il presidente Tullio De Mauro non nasconde l'irritazione ("Trevi non ci ha comunicato l'autosospensione"), Stefano Petrocchi, coordinatore della Fondazione Bellonci, difende i cambiamenti che negli ultimi anni hanno riguardato il premio, che quest'anno si concluderà giovedì 4 luglio al Ninfeo di Villa Giulia. Su Repubblica Stefano Mauri (Gems) mette le cose in chiaro: "Per vedere attuata del tutto la meritocrazia allo Strega, forse dovranno passare altri cento anni". Realista Raffaello Avanzini di Newton Compton: "I giochi di potere allo Strega vanno al di là di quanto si possa immaginare, ma il premio non può prescindere dai gruppi editoriali e la battaglia del singolo contro il sistema non porta a nulla".
E mentre editori, scrittori ed editor dicono la loro, La Stampa "entra nel vivo della gara", e cita la voce secondo cui Giorgio Faletti "starebbe cambiando editore, lasciando Dalai e firmando un contratto molto robusto, multimilionario, per il nuovo thriller con Einaudi Stile Libero". Per Mario Baudino "la domanda se la clamorosa rinuncia di Mondadori ed Einaudi a partecipare alla 67esima edizione dello Strega con propri autori non abbia a che fare con questo supercontratto diventa quasi d'obbligo...". Chissà se parte dei voti di Segrate andranno davvero ad Aldo Busi, candidato di Dalai (con “El especialista de Barcelona”, presentato da Alessandro Barbero e Stefano Bartezzaghi), come lascia intendere l'articolo...

Al di là di queste voci (che nessuno degli interessati ovviamente intende commentare), Busi appare lo sfidante principale del gran favorito Walter Siti ("Resistere non serve a niente", Rizzoli). Dietro di loro, la lista di candidati certi e probabili che sognano la cinquina (o almeno l'ingresso nei "12") è piuttosto lunga (nel box gli ultimi retroscena, ndr)... Colpisce, in particolare, la presenza di tanti marchi indipendenti romani: Newton Compton (che non è certo un editore "piccolo") punta su Ilaria Beltramme, all’esordio nel romanzo con “La società segreta degli eretici”; La Lepre è già certa della candidatura di Giovanna Grignaffini, al debutto con "Però un paese ci vuole" (a presentarla, Umberto Eco e Raffaele La Capria); Giulio Perrone editore ha il 29enne Fancesco Leto, un altro esordiente, autore di "Suicide Tuesday"; anche Fazi (che non è indipendente, ma fa parte del gruppo GeMS) dovrebbe correre, con l’esordiente Matteo Cellini (“Cate, io”); Certa la presenza di "Atti mancati" (Voland) di Matteo Marchesini (a presentarlo, Silvia Ronchey e Massimo Onori). E non è finita: tra gli Amici della Domenica gode di molta stima anche Alessandra Fiori (“Il cielo è dei potenti”, e/o). Poi ci sono i due marchi "amici" Fandango e minimum fax: quest'ultimo potrebbe tornare allo Strega con “Sofia veste sempre di nero” di Paolo Cognetti, mentre Fandango sta lavorando alla candidatura di “Apnea” di Lorenzo Amurri. A quanto risulta ad Affaritaliani.it, non è escluso che uno dei due marchi alla fine decida di non partecipare. Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, infatti, a parte 2-3 casi, nessuno quest’anno ha il posto "assicurato" in cinquina, e neppure tra i "12". E' quindi probabile che più di qualcuno alla fine preferirà evitarsi il rischio del mancano ingresso nella dozzina di semi-finalisti... Ma invece di presentarsi ognuno con il proprio candidato, gli editori indipendenti romani non farebbero meglio a ripetere “l’alleanza non scritta” del 2011, quando gran parte dei piccoli marchi della Capitale decisero di unire le forze e di sostenere Luciana Castellina che, non a caso, con “La scoperta del mondo” (nottetempo) riuscì ad entrare in cinquina?
Tornando ai nomi in gara quest'anno, come abbiamo già anticipato nei giorni scorsi ci saranno anche Alessandro Perissinotto ("Le colpe dei padri", Piemme), Romana Petri (“Figli dello stesso padre”, Longanesi), Gaetano Cappelli (“Romanzo irresistibile della mia vita vera raccontata fin quasi negli ultimi e più straordinari sviluppi”, Marsilio, presentato da Marina Valensise e Gian Arturo Ferrari), Paolo di Paolo (“Mandami tanta vita”, Feltrinelli), che secondo Inge "non vincerà, ma almeno è un buon libro", Laura Bocci, (“La Seconda India”, Manni), Romano Luperini (“L'uso della vita. Millenovecentosessantotto”, Transeuropa), Luigi Romolo Carrino (“Esercizi sulla madre”, Perdisa Pop) e Simona Sparaco (“Nessuno sa di noi”, Giunti). Ancora incerte le candidature di Fabio Izzo (“Doppio umano”, Il Foglio Letterario) e Claudio Volpe ("Stringimi prima che arrivi la notte", A Nord Est). Non resta che attendere la prossima polemica...