Culture
Scarlett Johansson, la lei computer. L'amore tra uomo e macchina esiste







di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
Chi è “lei”? E’ un semplice freddo computer? È un sistema operativo programmato per sembrare umano? Lei è la voce di Scarlett Johansson? È il segno che le macchine possono provare sentimenti, emozioni? Lei è umana, anzi più che umana? Lei è davvero qualcuno o è solo qualcosa? Lei è viva? Lei mi ama? Sono tanti gli interrogativi che scaturiscono da “Lei – Her”, il nuovo film di Spike Jonze.
LA STORIA - Siamo in un futuro non troppo vicino e non troppo lontano, con l’asetticità di un mondo ipertecnologizzato e il gusto rétro di colori quasi da anni ’70. Il protagonista è Theodore, uno splendido Joaquin Phoenix, che per lavoro scrive lettere d’amore per conto terzi. Peccato che sia incastrato nel dolore di un matrimonio finito male. Il pensiero della moglie ossessiona le sue notti insonni. Theodore acquista un sistema operativo di nuova generazione, governato da una sviluppata intelligenza artificiale (o umana?). Tra lui e Samantha, il nome scelto dal sistema operativo per se stesso/a, nasce un rapporto d’amore.
CALDO/FREDDO - La luce del passato di Theodore non cessa, letteralmente, un istante di ferire gli ambienti freddi e neutri nei quali lui è costretto a muoversi. È evidente il contrasto creato da Jonze tra le immagini dei ricordi di Theodore, piene di luce e movimento, con quelle del suo presente: l’architettura del suo palazzo, i corridoi vuoti e le finestre a vetri costruiscono un ambiente freddo, ovattato. Nessun movimento, nessun rumore. Tutto sembra lontano. Tra di loro gli uomini non interagiscono quasi più. In metropolitana indossano tutti degli auricolari tecnologicamente avanzati con i quali interagiscono. All’improvviso, il presente di Theodore torna a essere caldo. E lo fa grazie a Samantha, il suo sistema operativo.
UOMINI E MACCHINE – Nel futuro immaginato da Jonze tra gli uomini ci sono molte barriere. Fisiche ma non solo. L’unico rapporto umano di Theodore è quello con l’amica interpretata da Amy Adams. Il rapporto tra uomini e macchine è invece molto più ravvicinato. I computer arrivano fin dentro alle orecchie con auricolari che tengono informati su qualsiasi cosa e intrattengono gli uomini, quasi guidandoli. I videogiochi sono a tre dimensioni e non richiedono più l’utilizzo di joystick. Il rapporto tra uomo e macchina è diretto nel futuro di Jonze, senza più bisogno di apparecchi intermedi. Si è realizzato l’incontro tra due mondi, quasi tra due coscienze. “Non posso credere di avere questa conversazione con il mio computer”, confessa a un certo punto Theodore. “Infatti, stai parlando con me”, gli risponde allora Samantha. Manca solo l’incontro tra i due corpi. Theodore si innamora della voce di Samantha. Quando lei prova a diventare corpo, inserendo nel loro rapporto una ragazza, le cose non funzionano. L’amore tra Theodore e Samantha non si può toccare, ma si può sentire.
LEI CHI? LEI CHE COSA? – “I miei sentimenti ci sono perché li provo davvero io oppure perché sono solo programmati?” Samantha se lo chiede angosciata. Spike Jonze non ci dà risposte ma nemmeno giudica. Il rapporto d’amore tra Theodore e Samantha è quasi convenzionale nel suo sviluppo. Le dinamiche di coppia sono perfettamente intellegibili. A un certo punto c’è persino un’uscita a quattro. Nemmeno Amy, l’amica di Theodore giudica mai. “Mi sto innamorando di lei, questo fa di me un pazzo?”, chiede Theodore ad Amy. E lei gli risponde: “No, chiunque si innamori è pazzo”. Il dubbio se lei possa considerarsi “qualcuno” o “qualcosa” rimane in un film che non usa la tecnologia come fine, ma come mezzo. Jonze non ci presenta automi perfetti e bellissimi come Andrew Niccol in S1m0ne, né replicanti alla Blade Runner. Jonze ci presenta solo, o addirittura, una voce. Due postille finali. Primo: l’Oscar per la sceneggiatura originale è strameritato. Secondo: meritava più considerazione Joaquin Phoenix che tiene straordinariamente la scena per due ore recitando in assenza. Azioni, reazioni, amore: sul suo volto c’è tutto il grande mistero dei sentimenti umani.