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Oggetto non identificato sulla luna

 

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HAI UN'ESPERIENZA DA RACCONTARE? SCRIVICI, LE PIU' INTERESSANTI SARANNO SOTTOPOSTE ALL'UFOLOGO

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La scienza in piazza a Bologna

L'utente danchek2013 ha caricato su Youtube un filmato in cui si vede passare sul lato oscuro della Luna un oggetto misterioso. Il filmato mostra il nostro satellite abbastanza da vicino. Si può vedere sul lato sinistro "l'ombra" della Luna dalla quale inizia a prendere forma un puntino bianco che dopo poco si sce allo scoperto sorvolando la parte in luce, fino a cambiare repentinamente direzione. Lo strano oggetto in questione sembra anche lasciare una scia, simile a quella di un aereo nel cielo. Di che cosa si tratta? Il web si spacca. Nei commenti al video, che ha totalizzato in pochi giorni quasi 60 mila visualizzazioni, le opinioni sono discordanti. La più comune è la tesi secondo la quale è un video fake, montato ad opera d'arte per canzonare il popolo di internet.

Ma c'è un'altra parte schierata a favore di una verità diversa: il filmato è vero, e quello che si vede è un UFO. Già qualche mese fa è uscito un altro video che fece scalpore, ma la fonte in questo caso, anche se involontaria, fu proprio la Nasa. Si trattava di un filmato ripreso da Curiosity su Marte, nel quale sembrava sfrecciare sulla superficie del Pianeta Rosso un disco volante.

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UN FIORE SU MARTE? - Il tempo passa e gli studi che gli scienziati effettuano ogni giorno sulle immagini in arrivo da Marte, fornite dal Curiosity, portano a ipotesi, congetture, e continue descrizioni del pianeta rosso. Ma la cosa che in questi giorni ha catturato l'attenzione degli appassionati e degli esperti del settore è quello che Focus.it ha chiamato "fiore".

Si legge: "Fin dal giorno in cui il rover della Nasa Curiosity atterrò su Marte si verificarono e si scoprirono “strane” cose. Luci in lontananza, pezzi di plastica, minerali particolarmente lucenti liberi nella sabbia del suolo, un “fiore” (...). Ad alcuni di questi fenomeni è stata data una spiegazione ad altri non ancora. Ma poi ci sono tanti veri misteri scientifici a cui dare una risposata, come conetti che si elevano per alcuni centimetri dalla roccia di cui si attende spiegazione, la presenza di carbonio di cui ancora non è chiara l’origine e altre cose del genere".

LA COLONIZZAZIONE - Una società olandese sta ponendo le basi per creare un insediamento umano su Marte. Quello che può sembrare uno scherzo, è un progetto serio e concreto: l'idea di formare "colonizzatori" del pianeta rosso è venuta all'organizzazione no-profit olandese Mars One, che vuole formare un gruppo di persone (per adesso si parla di 4) in grado di cominciare a colonizzare il pianeta a partire dal 2023.

Otto missioni robotiche cargo avranno luogo tra il 2016 e il 2021 per preparare la futura base umana sul pianeta. Mars One ha già predisposto un piano operativo preciso e realistico, basato interamente su tecnologie già esistenti. In questi giorni la società ha reso noti i requisiti di base per la selezione dei futuri astronauti, un primo passo verso il processo di selezione mondiale che avrà inizio nella prima metà di quest'anno.
 
Non è necessario avere una formazione militare né esperienza nel volo aereo e nemmeno una laurea scientifica. Ciò che occorre per mettere piede sull'ostile suolo marziano, è intelligenza e buona salute fisica e mentale. Ma soprattutto è necessario essere disposti a dedicare otto anni della propria vita alla formazione e all'apprendimento prima di intraprendere l'insidioso viaggio verso Marte. I rischi fisici e psichici infatti non sono trascurabili, dall'aumento dell'altezza alla perdita del tono muscolare, fino all'alterazione del sonno.
 
Norbert Kraft
, ex Research Associate della NASA e capo direttore medico di Mars One spiega: "Sono passati i tempi in cui erano il coraggio e il numero di ore a bordo di jet supersonici i criteri per selezionare gli astronauti. Adesso ci interessa di più come i potenziali astronauti lavorano e vivono insieme agli altri, durante il lungo tragitto dalla Terra a Marte e nelle sfide di ogni giorno".

 

SPECIALE SCIENZA - L'ULTIMA SCOPERTA: I PIANETI SIMILI ALLA TERRA NELLA VIA LATTEA

LA SCOPERTA - Nella Via Lattea ci sono almeno 17 miliardi di pianeti delle dimensioni della Terra. È la stima diffusa oggi alla American Astronomical Society da due gruppi indipendenti di scienziati statunitensi, dopo una nuova analisi dei dati raccolti dalla Missione Kepler della Nasa, lanciata nel 2009 per cercare pianeti simili alla Terra. La nuova stima non indica quanti pianeti siano potenzialmente abitabili, tuttavia, questo numero assoluto è una buona base di partenza per la ricerca di mondi simili al nostro.

Gli scienziati devono ancora trovare un gemello della Terra, un pianeta che non abbia solo le stesse dimensioni, ma che sia anche collocato in una zona non troppo calda né troppo fredda, dove l'acqua possa esistere in forma liquida. Uno dei due gruppi che ha analizzato i dati, guidato da François Fressin del Centro per l'astrofisica Harvard-Smithsonian, ha stimato che almeno una stella su sei ha un pianeta di dimensioni della Terra che le ruota attorno. Usando un metodo differente, i ricercatori dell'Università di California, Berkeley, e dell'Università delle Hawaii hanno determinato che il 17% delle stelle hanno attorno a sé pianeti con un diametro simile o doppio rispetto al nostro.

L'astrofisica Margherita Hack spiega ad Affari Italiani la possibilità di altre infinite Terre: "Il sole è una stella comunissima. Pensare che le condizioni per la formazione della vita si siano verificate solo sulla terra è assurdo. Sappiamo che ci sono miliardi di pianeti: dal '95 a oggi ne abbiamo scoperti oltre 300, sappiamo anche che quasi tutte le stelle (come il sole) hanno dei sistemi planetari quindi è ipotizzabile che ci siano miliardi di terre solo nella nostra galassia. Se contiamo che ci sono miliardi di galassie...

Parla di forme di vita intelligenti? "Certo. Ci sono stelle molto più vecchie del sole che ha 5 miliardi di anni. Quindi è facile che le civiltà extraterrestri siano molto più evolute di noi".

Ma perché la scienza non l'ha ancora provato? "E' molto complesso. Il pianeta scoperto più simile alla terra dista da noi venti anni luce. Per raggiungerlo e verificare servirebbe un'astronave capace di viaggiare almeno a un centesimo della velocità della luce e ci vorrebbero comunque 2000 anni. L'alternativa reale è il progetto SETI: dal '64 dei telescopi sono puntati su pianeti simili alla terra e aspettano dei possibili segnali intelligenti. Ma la probabilità di captarli è bassa poiché per comunicare serve che il livello di sviluppo delle civiltà sia circa lo stesso e la nostra è troppo giovane".

Lei è nota per essere molto critica riguardo agli oroscopi e all'astrologia...
"Certo sono una stupidaggine. Oggi conosciamo talmente bene certi particolari delle costellazioni che vengono a cadere completamente i presupposti. Siamo in grado di quantificare perfettamente l'azione degli astri su di noi... Certo una volta si credeva che i pianeti fossero Dei, ma siamo nell'ambito del mito...".

E sulla condizione della scienza in Italia: "Il problema è la mancanza di fondi per la ricerca. Si spende per creare dei ricercatori e quando sono pronti per produrre li si regala all'estero.

 


LE IMMAGINI

 

TORMENTONE ASTEROIDI - L’asteroide Apophis prosegue la sua corsa e si avvicina al nostro pianeta. Il 9 gennaio alle 12:43, ore italiane, l'asteroide raggiungerà la distanza minima di 15 milioni di chilometri dalla Terra, ma senza alcun rischio di collisione. “Si tratta di una distanza di tutta sicurezza”, commenta l'astrofisico Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope. ''Va notato però - agggiunge - che prima del 2029, anno del passaggio record, Apophis non arriverà più così vicino a noi''.

Questa enorme roccia vagante, larga circa 300 metri, venne scoperta il 19 giugno del 2004 dal Kitt Peak National Observatory dell’Arizona e già all’epoca venne stimato che si sarebbero successivamente verificati altri tre incontri ravvicinati. Oltre al passaggio di questi giorni, Apophis tornerà a visitare la Terra nel 2029, quando passera' alla distanza di a circa 35 mila chilometri, e poi nel 2036.

Sulla base dei dati scientifici che verranno raccolti nell’imminente avvicinamento dell’asteroide, sarà possibile calcolare con più precisione sia la traiettoria del 2029 che le probabilità d’impatto con la Terra nell’avvicinamento del 2036, oggi considerate molto basse.



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