Culture

Monet, la mostra alla GAM di Torino: acque e cieli specchi della sua anima

di Simonetta M. Rodinò

Claude Monet rivoluzionò il corso della pittura moderna con il rifiuto del chiaroscuro e del nero come assenza di luce - da qui l’introduzione delle ombre colorate -. Sempre in viaggio tra Londra e Bordighera, la Normandia, la Norvegia e Venezia, alla ricerca della luce che meglio potesse soddisfarlo, si descrisse per tutta la vita come un nomade, benché ne abbia trascorsa quasi metà a Giverny, dove morì 86enne nel 1926.

Al grande pittore, “padre” degli impressionisti, è dedicata la raffinata e importante mostra “MONET. Dalle Collezioni del Musée d’Orsay”, alla GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, prodotta da Skira e GAM. Dal museo parigino, che conserva la più importante collezione di opere degli impressionisti, sono giunti quaranta quadri che documentano il suo lungo percorso creativo.

Alcune tele inoltre sono presentate in Italia per la prima volta.

Così, il trittico composto al centro da un dipinto di Camille Pissarro, a sinistra uno di Alfred Sisley e a destra uno di Claude Monet, tre lavori eseguiti nel 1872. Ecco poi il frammento centrale di “Colazione sull’erba” del 1865 che riprende il celebre dipinto “Le déjeuner sur l’herbe” di Edouard Manet, grande precursore dell’impressionismo, Curiosa la storia di questa tela. Il quadro monumentale - in origine misurava quattro metri per sei - voleva essere un omaggio, o forse una sfida, nei confronti di Manet, il cui lavoro era stato oggetto di commenti sarcastici e aspre critiche di pubblico in occasione della sua esposizione al Salon des Refusés nel 1863. Causa debiti, Monet diede la sua tela in pegno al proprietario di casa che la custodì in cantina. Circa vent’anni dopo, l’artista, pagata la somma dovuta, recuperò il quadro; in parte ammuffito fu tagliato in tre frammenti, il terzo dei quali è scomparso, mentre il secondo è al Musée d’Orsay.

 

Tra i capolavori esposti, splendide le pannellate spezzate di “Regate ad Argenteuil”: dipinto en  plein air, vi si legge il fluire dell’aria e dell’acqua. Così come sembra poter ascoltare il mormorio del vento e dell’acqua che accompagna la gita in barca a Giverny delle tre donne di “In norvegese”. Non c’è cielo né terra e la luce illumina l’interno della barca e gli abiti bianchi delle tre ragazze. Maggiore collezionista di stampe giapponesi tra i pittori suoi contemporanei, fu proprio a Giverny che decise di costruire quel giardino ‘nipponico’ e quello stagno che animò di fiori e di ninfee dipinti incessantemente. Non mancano due delle 31 versioni della facciata della Cattedrale di Rouen, che Monet dipinse nei diversi orari della giornata e dell’anno: la luce acquista la stessa importanza del soggetto. Un intreccio incredibile di colori offre molteplici sensazioni. E ancora…

 

Un artista che rese alla perfezione cielo e acqua, il primo sereno, impalpabile, la seconda cangiante e densa.  Ma in quei cieli e in quelle acque non si riflette solo la vita della natura, ma anche quella della sua anima, ora commossa, ora infiammata da passione, o disperatamente inquieta, o velata di malinconia quando i suoi occhi non videro quasi più.

 

“Monet. Dalle collezioni del Musée d’Orsay”

GAM - via Magenta 31 Torino

2 ottobre – 31 gennaio 2016

orari: martedì - domenica 10.00-19.30

ingressi: intero € 12 - ridotto € 9

info-line 011-0881178 - gam@fondazionetorinomusei.it

Catalogo: Skira editore

www.mostramonet.it