Culture
Mostre/ A Basilea Paul Gauguin, alla ricerca del paradiso (perduto)














di Simonetta M. Rodinò
Personaggio autentico e grandissimo artista, Paul Gauguin si trascina la sua maledizione con coraggio fino a riscattarla in un'immagine nuova della vita e del mondo espressa e incarnata nelle tele dipinte a Tahiti e alle Marquesas. Proprio diversi di questi celeberrimi lavori - grazie ai quali è entrato nella storia dell'arte come il pittore di un mondo paradisiaco - sono il fulcro della seria, superba e imperdibile mostra "Paul Gauguin", ospitata fino al 28 giugno alla Fondazione Beyeler di Basilea.
Una cinquantina di veri capolavori che provengono, tra gli altri, dal Musée d'Orsay di Parigi, dall'Art Institute di Chicago, dalla Tate londinese, dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, dal Museum of Modern Art di New York, dal Museum of Fine Arts di Boston, dalla National Gallery of Scotland di Edimburgo, dalla Galleria nazionale di Praga …
Genio e sregolatezza accompagnano per tutta l'esistenza l'uomo e l'artista Gauguin, il cui temperamento racchiude in sé impulsi contradditori: sostiene di essere selvaggio, ma parla del valore del simbolo, dell'inespresso, dell'enigmatica forza espressiva del colore, come un vero intellettuale. Quando 35enne, è il 1883, decide di dedicarsi solo alla pittura, passa sopra a tutto: alla famiglia, abbandonando a Copenaghen moglie e cinque figli, al lavoro di fortunato e ricco agente di cambio, alla miseria - che a Parigi lo costringe ad attaccare manifesti per vivere - all'incomprensione del pubblico verso i suoi lavori. "Occorre che tu ti ricordi che ci sono due nature dentro me, l'Indiana e la sensitiva. La sensitiva è scomparsa così da permettere all'Indiana di marciare fermamente", scrive alla moglie nel 1888.
La rassegna si snoda lungo le otto sale del luminoso e mono planare edificio - realizzato da Renzo Piano - e nella prima ecco la sua tavolozza accanto alla tela "Autoritratto con tavolozza" del 1893. L'esposizione ha inizio con il periodo trascorso in Bretagna, in più riprese dal 1886 al 1891: i lavori intellettualmente simbolisti sono dal punto di vista tecnico postimpressionisti. Così, tra i quadri, "Visione dopo il sermone" documenta il momento di più intensa adesione al cloissonnisme del giovane Emile Bernard: al sintetismo delle forme, scandite in zone piatte, si unisce il forte simbolismo della scena. La sua formazione pittorica cambia quando si trasferisce a Tahiti: resta sempre onirico ma fa i conti con un nuovo tipo di simbolismo e tecnicamente perde molto dell'influenza postimpressionista perché vede e vive luci e suoni nuovi. In ciascuna delle sale si è affascinati dalla bellezza, dall'intensità delle cromie e dalla ritmica rispondenza delle figure.
Nella sua prima esperienza nell'isola, sente, pur tra mille difficoltà impreviste, la felicità della scoperta di un ambiente incorrotto: canta sulla tela la sensualità di corpi esuberanti o il mistero degli spiriti che incombono sull'esistenza; canta sulla tela la felicità di una vita semplice nella luce sfolgorante del cielo o sotto l'ombra di una vegetazione lussureggiante. Lavori in cui è forte la suggestione esotica e l'influenza dell'arte dei Maori. Ma la realtà è diversa. Il colonialismo francese ha sottratto a quel paradiso da lui tanto cercato la linfa. E allora Gauguin nei quadri dipinge natura e fantasia, verità e immaginazione: una nuova realtà oggettiva creata poeticamente.
La pittura del secondo soggiorno tahitiano e del successivo periodo trascorso alle Marquesas, Polinesia francese, testimonia che anche se l'angoscia opprime la sua anima e nella mente risuonano ossessive domande "Da dove veniamo? Che cosa siamo? Dove andiamo? - scritte sulla meravigliosa tela proveniente dal Museo di Boston - i colori e le tele gli offrono ancora la possibilità di dar vita a immagini felici e creare realtà consolanti. Il destino dell' "uomo bianco" che difende gli indigeni è morire da solo a 55 anni.
"Paul Gauguin"
FONDATION BEYELER - Baselstrasse 101 - Basilea - Svizzera
Orari: tutti i giorni 10 - 18; il mercoledì 10 - 20
Ingressi: intero CHF/ € 28 - libero per bambini sotto 11 anni
Infoline: +41 - (0)61 - 645 97 00
email: info@fondationbeyeler.ch
www. fondationbeyeler.ch