Culture

Mostre/ L'arte come libertà: un viaggio di 70 anni per ripensare il mondo

di Simonetta M. Rodinò

Come viene interpretata, concepita e difesa l'idea della libertà? E cosa significa "libertà" nell'Europa del dopoguerra? Sono le tematiche affrontate dalla grande collettiva "The desire for freedom. Arte in Europa dal 1945", da domani a Palazzo Reale di Milano. L'articolata rassegna, che curata da Monika Flacke, Henry Meyric Hughes e Ulrike Schmiegelt non ricorre a un ordinamento cronologico né a una suddivisione per nazionalità, ospita i lavori di 94 artisti contemporanei provenienti da 27 paesi europei. Attraverso linguaggi diversi, quadri, fotografie, installazioni, video e disegni, i temi degli autori ritornano, a prescindere dai sistemi politici in cui vivono o vissero, proponendo connessioni sempre nuove. Non è forse vero che l'arte infrange i tabù e accende i dibattiti? Così come riesce a travalicare i confini tra continenti e generazioni e unire il futuro al presente, grazie al suo linguaggio universale compreso da ciascuno a proprio modo senza bisogno di traduzioni. La mostra, suddivisa in 12 sezioni, si apre con i bidoni imballati di Christo: un monumento al futuro che fa pensare a un tempo che non ha saputo capire quanto la sua fame di energia lo stesse facendo morire. Un'opera a difesa dei diritti umani è "La stanza degli orrori" di Nikita Kadan: piatti in porcellana su cui ha stampato alcune fasi di torture. Un grido di dolore a dimostrazione che tutt'oggi la tortura viene praticata in Ucraina, suo paese natale. Nelle molte stanze del primo piano del Palazzo, in cui si snoda l'esposizione, s'incontrano tanti nomi famosi, tra cui Damien Hirst con l'opera "Dead End Jobs": mozziconi di sigarette disposti in una vetrina, quasi fossero oggetti preziosi, ricordano l'ultima sigaretta che si chiede di voler fumare prima di "andarsene"…

palazzo reale 10 VostellBombardieri di rossetti -1968 - Collage -90 x 125 cm - Collezione Peter Raue © Wolf Vostell by SIAE 2013 / Foto Franziska VuGuarda la gallery


L'installazione di Jannis Kounellis, che appare come una tavola d'altare con cassetta di offerte e presenta l'epitaffio per due eroi rivoluzionari, Marat e Robespierre, per i quali scrive un "viva" che prende forma nella candela. E ancora, il collage di Wolf Vostell "Bombardiere di rossetti": da un bombardiere, impiegato solo dagli americani nella guerra in Vietnam, non sono sganciati ordigni mortali ma rossetti rosso acceso. Come dire: sganciate beni di consumo su questo paese martoriato invece di bombe. Ecco l'installazione di cento sveglie "Minuti" di Arman, che non crede all'esistenza del tempo, da lui considerato relativo: come fenomeno soggettivo al tempo si collegano costrizioni e obblighi che condizionano lo scorrere dei nostri giorni. E ancora lavori di Enrico Baj Alberto Giacometti, Lucio Fontana, Emilio Vedova…
Dalla rassegna, prodotta da Palazzo Reale, dal Deutsches Historisches Museum di Berlino e da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 Ore, un po' difficile ma presentata in modo chiaro, si rimane davvero suggestionati.

"The desire for freedom. Arte in Europa dal 1945"
Palazzo Reale - Piazza Duono 12 - Milano
14 marzo - 2 giugno 2013
Ingressi: da 11 a 9,50 euro (compresa audioguida)
Orari: Lunedì dalle 14.30 alle 19.30; Martedì, Mercoledì, Venerdì e Domenica dalle 9.30 alle 19.30
Giovedì e Sabato dalle 9.30 alle 22.30
Infoline: 02/54913
Catalogo: 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE
www.comune.milano.it/palazzoreale